Recensione: Live At The Gods Festival 2002

Di Mauro Gelsomini - 22 Febbraio 2004 - 0:00
Live At The Gods Festival 2002
Band: Hardline
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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50

Il ritorno sulle scene degli Hardline si concretizza il 2 giugno 2002 con questa performance al leggendario Gods inglese, da sempre palcoscenico più prestigioso per gli act aor/hard rock/melodic metal.
Con questa recensione parleremo sia del Live CD, sia del DVD omonimo.
Perché, direte voi?
Ma semplicemente perché la tracklisting è esattamente la stessa, fatte salve tre studio tracks presenti (come bonus solo per il mercato italiano) sul CD.
Oggi sembra che i DVD siano il supporto definitivo, tutte le band includono materiale audio/video digitale, quando addirittura non fanno uscire live di questo tipo, visti i costi…
Ebbene, anche gli Hardline non hanno voluto essere da meno e dopo la non brillante prestazione – almeno stando ai dati di vendita – di Hardline II (a dieci anni di distanza dallo splendido debut “Double Eclipse”), presentano dal vivo molte delle tracce del primo disco, del 1992.
Visivamente lo show non offre grandi spunti, a causa della non esaltante prestazione del singer Johhny Gioeli, non certo un leader carismatico e trascina-folle, evidentemente disturbato dal mediocre sound sul palco, tanto che più volte si rivolgerà ai tecnici in maniera poco amichevole…
Non so se è per questo, ma quasi tutti i brani risultano fastidiosissimi a livello vocale, e non aiutano il bravo Gioeli le due coriste alle sue spalle, che anzi contribuiscono alle stonature. Ciliegina sulla torta la mancanza di equilibrio tra i volumi delle voci.
Serata nera, dunque, visto che gli Hardline salgono sul palco all’una di notte davanti a una platea sfiancata da una giornata di concerti, e Johnny non è al meglio, lamentando con un sorriso a suo fratello le sue debolezze su “Taking Me Down”, il cui chorus risulta troppo alto per le potenzialità del singer, quella sera. Joey, alla chitarra, fa quanto di meglio può per coprire le lacune, ma il suo volume è impercettibile, ed è sovrastato da quello del poco appariscente Josh Ramos, straordinariamente bravo tecnicamente, ma non adatto a ricoprire il ruolo che fu di Neal Schon (Journey). Ci prova Bob Rock col suo drum solo a risollevare le sorti del concerto, e il risultato è apprezzabilissimo, ma quando si riattacca con “Rhythm from a Red Car”, Johnny non riesce a far cantare il pubblico esausto, e i suoi problemi tornano a farsi sentire.
Il sipario si chiude con una stanca “Dr. Love”, preceduta da un indifferente solo del tastierista Michael Tross, praticamente un fantasma dietro gli avori.
Non ci sono contenuti speciali come interviste, backstage o altro. Lo show è ripreso da una sola telecamera sul palco, una nella pit-lane e una da una balconata. Il supporto, e soprattutto la tecnologia offerti dal DVD mi sembrano molto poco sfruttati.
Ho paura che lo eviteranno anche i fan della band, se non per manie di collezionismo.

  1. Hot Cherie
  2. Life’s A Bitch
  3. Everything
  4. Face The Night
  5. Takin’ Me Down
  6. Weight
  7. In The Hands Of Time
  8. Only A Night
  9. I’ll Be There
  10. Drums Solo
  11. Rhythm From A Red Car
  12. Keyboards Solo
  13. Dr. Love
  14. Hynotized (Bonus)
  15. Only a Night (Acoustic bonus)
  16. Mercy (Bonus)

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