Recensione: Live In Warszawa

Di paolinopaperino77 - 4 Luglio 2006 - 0:00
Live In Warszawa
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Anno: 2004
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85

Uscito nel 2004 per la Snapper Records, questo live dei PT è la fedele testimonianza di un concerto tenutosi in Polonia durante la bella tournee del 2001, alla quale chi scrive ebbe l’occasione di partecipare in occasione della data fiorentina tenutasi al Tenax il 25 Aprile, traendone grande godimento e sperimentando qualcosa di molto vicino ad un’estasi musicale.

Il cd contiene la quasi totalità dell’esibizione, esclusi lo strumentale “Tinto Brass” ed i consueti bis della band, ed è pertanto focalizzata su brani della terza era della storia del gruppo inglese, quella per intenderci degli albums “Stupid Dream” e “Lightbulb Sun” (allora in promozione). La prima considerazione che è doveroso fare è che la qualità della registrazione è ottima e che le canzoni contenute nell’album rappresentano una ghiotta occasione di gustare il gruppo britannico in quella che risulta essere forse la miglior formazione mai avuta: Wilson, Edwin, Barbieri, Maitland, con tutto il carico di vibrante ispirazione che ciò comporta.

Le danze si aprono con una bella ed elettrica versione di “Even Less” che immerge l’ascoltatore nell’onirico immaginario del quartetto, consentendo l’inizio di un vero e proprio viaggio musicale che troverà i sui apici di intensità emotiva nelle splendide “Russia On Ice”, “Hatesong” e “Voyage 34”, vere pietre angolari del concerto e grande vetrina per le abilità dei musicisti. Nessuno degli altri brani è però da meno, tanto che le versioni live di piccoli grandi classici della discografia del Porcospino risultano avvincenti ed avvolgenti, così come il sound del basso del grande Colin Edwin uno dei più grandi e sottovalutati bassisti rock del nostro tempo, il quale con la sua costante attività di tessitura ritmica riempie e movimenta l’intera struttura sonora della band, risultando elemento centrale dell’approccio musicale della creatura wilsoniana.

Difficile descrivere le atmosfere crepuscolari, calde, elettriche, morbide e colorate generate da questa incarnazione dei Porcupine Tree, ma l’ascolto di questo cd dal vivo è un’esperienza sicuramente consigliata ai fan del gruppo, oltre che ai neofiti, desiderosi di scoprire un mondo musicale nuovo e personale conosciuto magari solo attraverso gli ultimi due lavori “In Absentia” e “Deadwing”, esperienze sonore solo in parte assimilabili a quanto contenuto su questo album.
Sebbene l’allegria latiti pericolosamente in ogni lavoro di Wilson, così come nella dimensione concertistica, bisogna ammettere che di artisti piacevoli, ricchi di gusto e con tale personalità ne esistono pochi nel panorama rock attuale e quindi, come recitava il titolo di uno dei grandi capolavori dei Deep Purple, il mio invito è quello di “come taste the band”.

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