Recensione: Mandrake

Di Paolo Beretta - 15 Luglio 2004 - 0:00
Mandrake
Band: Edguy
Etichetta:
Genere:
Anno: 2001
Nazione:
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82

Basta osservare con un po’ d’attenzione l’artwork curato con due colori molto belli, (almeno per il sottoscritto), e aprire il generoso booklet per capire che in casa Edguy è arrivato qualcosa di nuovo rispetto ai lavori precedenti. Numerose foto ben fatte, lyrics impostate con ordine e scritte finalmente con chiarezza, sponsorizzazione evidente del tour e della discografia della band a fine libretto e sito internet in grande evidenza. Si! Sono arrivati i soldi e la fama. La AFM records dopo l’incredibile e, forse inaspettato, successo dell’anno precedente della metal Opera Avantasia, (magniloquente lavoro con nomi illustri del calibro di Kiske, Hansen, Tolkky, DeFeis, Matos, Catley, Hartmann, Rob Rock etc…), ha puntato forte sui giovani teutonici catapultandoli all’attenzione del power metal europeo. Per la prima volta Tobias & Co. si ritrovano a coesistere con la pressione di addetti e non.

In quest’ottica bisogna analizzare Mandrake. Solo così si possono carpire e apprezzare a pieno le capacità non comuni di un leader quale Tobias Sammet e della sua fervida mente che nel 2001 dà alla luce il quinto full lenght in cinque anni. La qualità della tracklist proposta dimostra il sangue freddo della formazione che si rimette in discussione e fa centro non deludendo le alte aspettative di tutti. Come al solito l’ossatura, la struttura delle song del lotto, è sempre la medesima con un paio di Happy metal song, un lento, una Hit cattiva ed una complessa. Nel complesso comunque ho trovato una certa evoluzione del sound maggiormente metallico e deciso rispetto al passato sebbene le buone melodie siano sempre dominanti. Forti di una produzione davvero potente l’album scorre senza problemi lasciando il segno indelebile del suo passaggio dimostrando un forte appeal fin dal primo ascolto senza per questo perdere forza dopo diversi mesi.

Si comincia con la title track. Una scelta discutibile e coraggiosa visto che solitamente il compito dell’opener dovrebbe essere quello di catturare l’attenzione con una traccia semplice e corta. Mandrake con i suoi 7 minuti è tutto tranne che una canzonetta facile. Fa infatti fatica a decollare. Si fa desiderare con dei tempi possenti e lenti che ben si completano con il riffing che cattura e che accompagna le strofe iniziali. Solo con il chorus le melodie esplodono in un crescendo magnifico prima del break, (dove le tastiere regnano sovrane), e della miriade di solos conclusivi. Segue l’up tempo Golden Dawn. Un power metal incalzante, piacevole con poche pause e originalità che vola tra gli acuti davvero notevoli di Tobias. Si rallenta decisamente con Jerusalem. Eccezionale, dopo tre minuti accademici, la pausa ipnotica che dà vigore alla traccia, sveglia la sezione ritmica con il basso in primo piano e lancia il chorus con decisione e forza. All The Clowns è invece la tipica song facile e allegra da cantare grazie al suo refrain liberatorio immensamente facile che viene spudoratamente ripreso nell’assolo elementare per la gioa dell’ Happy metal. Nailed To Wheel spazza via tutto ciò in un baleno. Il beffardo ed incantatore arpeggio iniziale seguito dal cantato triste di Tobias non deve trarre in inganno: è solo la quiete prima della tempesta. Ben presto le chitarre gemelle prendono il sopravvento con un riffing che non dà via di scampo. Gli acuti rabbiosi ed i solos distorti si sprecano per 5 minuti di puro e godibilissimo Heavy Metal con tanta potenza e qualche melodia appena accennata. Gli Edguy si spostano, (che originalità), in Egitto per affrontare la song più complessa del platter di ben 10 minuti (The Pharao) che non mi ha entusiasmato. Colpa sia del coro anonimo che della troppa disconuità del sound. Il brano ha infatti un sussulto con una bellissimo duetto tra Sammet e le backing vocals ma questi viene subito stoppato da una pausa anonima prima del riuscito l’assolo finale cui seguono due minuti davvero esaltanti. E’ tempo di lento strappa-lacrime con Wash Away The Poison. Tobias si esibisce in una delle sue specialità: il cantato in sospiro. Le melodie curatissime e delicate, quasi timide, del piano si incontrano con le chitarre e la sezione ritmica lenta prima dell’immancabile solos. Nulla di nuovo ma tutto ben fatto! Si riprende quota e forza con la pomposa ed esagerata Fallen Angels; un vero toccasana di power metal veloce made in Germany. Decisamente più anonima la successiva Painting On The Wall: un mid tempo che, seppur piacevole, alla lunga risulta essere ruffiano e un po’ pacchiano. Il cd si chiude con un gioiello di Happy metal che merita la palma di miglior song del lotto. Save Us Now è una canzone esagerata che mi ricorda, per le sue sonorità così volutamente solari e gioiose, i migliori Helloween. Tempi sostenutissimi e allegri, voce alta e pulita, solos veloci che si scontrano con un bel riffing prima di un chorus liberatorio che trasmette felicità e a completare il tutto un parlato di Mr Paperino! Dopo tutto questo la buona bonus Track The Devil & The Savant passa decisamente in secondo piano.

Mandrake è senza dubbio un cd di spessore che merita di essere acquistato e sponsorizzato. Un’ora abbondante di buon power metal melodico. Un sound che, a dire la verità, non è troppo originale ma che nonostante ciò è comunque fresco e frizzante impreziosito sia dall’ottima tracklist che dalla produzione potente che conferma gli Edguy, dopo Vain Glory Opera e Theater Of Salvations, come una realtà indiscussa nel genere a dispetto della giovanissima età.

01. Mandrake
02. Golden Dawn
03. Jerusalem
04. All The Clowns
05. Nailed To Wheel
06. Pharao
07. Wash Away The Poison
08. Fallen Angels
09. Painting On The Wall
10. Save Us Now
11. Devil & The Savant (Bonus Track).

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