Recensione: Metal Magic

Di Eugenio Giordano - 29 Maggio 2004 - 0:00
Metal Magic
Band: Pantera
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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64

Questo “Metal magic” rappresenta il primo passo della notoria band texana Pantera, da questo disco è nato un mito dell’Heavy Metal che avrebbe conquistato i favori di milioni di supporter in giro per il mondo. Una carriera ventennale ha visto i quattro “Cowboys from hell” salire al vertice del music businness e precipitare nel baratro degli eccessi fino alla loro definitiva capitolazione occorsa in questi mesi.

I Pantera del 1984 erano molto diversi da quelli che avete conosciuto con higlight albums come “The great southern trendkill”, prima dell’ingresso di Phil Anselmo era Terence Lee il frontman del gruppo e il suo stile vocale era completamente diverso rispetto al suo successore. Con questa ristampa della Diamond Rarities Series ritroviamo i Pantera degli esordi con il loro sound heavy a cavallo tra Judas Priest, Kiss e chiare influenze della scena metal statunitense di quegli anni. I più giovani di voi rimarranno spiazzati, spero incuriositi, sentendo platter come “Metal magic” che appartengono a un passato remoto ormai perduto ma ancora decisamente convincente. Prima del cambio di stile sonoro i Pantera erano dei grandi compositori e senza dubbio i loro primi quattro dischi vanno considerati dei classici del metal americano che ogni metallaro dovrebbe conoscere. L’attitudine live di questo esordio è innegabile e il valore dei pezzi si rivela spesso molto maggiore rispetto ai commenti laconici degli stessi Pantera quando si sono trovati a rinnegare questi loro primi dischi. La produzione di “Metal magic” è molto professionale, sebbene mantenga un suono piuttsto “vinilico” il disco può essere apprezzato anche da chi è cresciuto nell’era digitale senza particolari problemi.

I Pantera attaccano con la sconquassante “Ride my rocket”, un pezzo che si avvicina al sound irresistibile dei Kiss di “Detroit rock city”. Con “I’ll be alright” siamo proiettati in un potentissimo metal veloce dalle tinte power che possiede un mood coinvolgente e aggressivo. Travolgente fin dal primo ascolto “Tell me if you want it” è un pezzo in bilico tra riff veloci e refrain vocali immediati, il risultato è ancora una volta ottimo. Più rock oriented “Latest lover” si dimostra tra le più raffinate del lotto ma credo farà inorridire i fan più arcigni del gruppo. Belle “Biggest part of me” e “Widow maker” che girano su ritmiche taglienti e il solito vocalismo acuto tipico della scena degli anni ottanta. La title track è una canzone frontale e possiede un refrain vocale molto bello che dal vivo avrebbe ancora un appeal credibile. La attitudine rock di “Nothing on” ricorda i primi Twisted Sister mentre “Sad lover” ritorna su canoni molto più rabbiosi e veloci ricordando le strutture corpose dei Breaker. La conclusiva “Rock out” è un concentrato di energia pura che riporta i Pantera verso soluzioni U.S. power di presa immediata.

Ho versato litri di acqua fredda sulle bollenti aspettative di chi tra voi si getterebbe a capo fitto dietro a ogni ristampa di dischi editi negli eighties ma questa volta posso consigliarvi di cuore di ascoltare questo “Metal magic”. I Pantera avevano un sacco di talento e sono arrivati dove meritavano di arrivare.

1. Ride My Rocket 04:55
2. I’ll Be Alright 03:13 
3. Tell Me If You Want It 03:44
4. Latest Lover 02:54 
5. Biggest Part of Me 03:32
6. Metal Magic 04:17
7. Widowmaker 03:03 
8. Nothin’ On(But the Radio) 03:30
9. Sad Lover 03:27
10. Rock Out 05:45

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