Recensione: Metal Til the End

Di Stefano Usardi - 13 Marzo 2023 - 9:18
Metal Til the End
Band: Wardress
Etichetta: Black Sunset
Genere: Heavy 
Anno: 2023
Nazione:
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60

Storia travagliata quella dei tedeschi Wardress. Formatisi nel 1983 a Nürtingen, a sud di Stoccarda, ma scioltisi poco dopo, eccoli riformarsi nel 2019 e pubblicare l’esordio “Dress for War”, seguito ora da questo “Metal Til the End” in uscita a breve. La ricetta dei nostri prodi alemanni è costituita da un rombante e stentoreo heavy metal della vecchia scuola: di quello che pesca a piene mani dalla scena NWOBHM e aggiunge la tipica cafoneria tedesca, perfettamente incarnata dalla voce stentorea, sfrontata e un po’ sopra le righe di Erich. Durante la mezz’ora abbondante che costituisce “Metal til the End” i nostri passano in rassegna tutti i diktat del metallo più classico e roccioso, dalle martellate dirette e belligeranti dell’opener “Berserk” alla veemenza impattante di “Motorlust”, passando per la carica sulfurea e maligna della doomeggiante “Serpent’s Kiss”. Echi di Judas Priest e del power teutonico più arcigno e stridente si fanno largo di tanto in tanto, intrecciandosi con spruzzate di pathos vagamente trionfale (si veda ad esempio il ritornello di “Serves you Right” o la sferzata conclusiva di “Metal Melodies”) e testi che inneggiano ai sacri valori del Vero Metallo. C’è anche il tempo per una cover di “Mr. Crowley” del padrino Ozzy, resa in modo fedele ma, forse, un po’ troppo didascalico. Le canzoni sono immediate, rocciose, compatte e coinvolgenti, mirate a fomentare gli animi e ad assicurare la giusta dose di acciaio cromato a tutti gli appassionati di certe sonorità. Tradotto: musica dura e pura per gente che nemmeno immagina l’esistenza di qualcosa di diverso. Che andrebbe anche benissimo già così se non ci fosse un però. Infatti l’assenza di guizzi particolari indica che i Wardress non provano neanche a deviare dal sentiero prestabilito, né ad inserire nella loro ricetta qualche elemento più personale o comunque che sgarri da ciò che è Canone. Ciò fa scivolare i Wardress nel famigerato limbo dei gruppi tutti uguali, creatori di canzoni ineccepibili sulla carta ma che nulla aggiungono a tutto ciò che sta loro intorno, e che pertanto sono indirizzati solo ai fan più intransigenti.

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