Recensione: Mexican Standoff

Di Vito Ruta - 27 Marzo 2021 - 15:57
Mexican Standoff
Band: El Pistolero
Etichetta: Metalapolis
Genere: Hard Rock 
Anno: 2021
Nazione:
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63

Prima di passare alla descrizione del contenuto di “Mexican Standoff”, primo album del gruppo tedesco El Pistolero, provo a ricostruire background e passaggi che possono aver condotto alle scelte effettuate.

Tra le file dei El Pistolero vi è probabilmente uno o più ammiratori degli Airbourne (band derivativa degli AC/DC).
È probabile che, gasati dal video “It’s all for rock’n’roll” degli Airbourne, omaggio a Lemmy, gli El Pistolero abbiano preso la decisione di assemblare nella loro produzione musicale il sound degli Airbourne-AC/DC (che poi è la stessa cosa) con quello dei Motörhead.
“Si–può-fare“ hanno decretato eccitatissimi e probabilmente la decisione è stata suggellata dal bagliore di un fulmine e dal rombo di un tuono, come lo fu il convincimento espresso da Gene Wilder nel film “Frankenstein Jumior”.
Mexican Standoff” è la stramba creatura nata da questo esperimento.
D’accordo gli AC/DC piacciono a tutti, e a ragione, e tutti sentiamo la mancanza di una grande persona e di un grande musicista come Lemmy, ma il tentativo di accorpare stili non proprio adiacenti mi convince tanto quanto l’idea che, in un universo parallelo, Freddy Mercury abbia potuto essere lead singer degli Scorpions o Ronnie James Dio abbia potuto condurre i Poison al successo. Ancora meno mi convince l’idea di proporre sounds clonati.

I brani possono essere divisi grosso modo in due categorie.
A) La pseudo voce di Lemmy che canta pezzi targati AC/DC;
B) la pseudo voce di Lemmy che canta brani in stile Motörhead.
Il tutto con rarissime eccezioni.

Si parte con il riff AC/DC di “Sticky Finger” in cui Alex Blochmann si produce in una discreta imitazione della voce di Lemmy, sebbene priva della raucedine congenita, coltivata con notti anfetaminiche, sigarette a profusione e alcool a galloni. La successiva “Desert” fa parte della categoria B.
Il riff spezzato e beffardo che introduce “Stormbringer”, fa sperare in un cambio di rotta, ma si rivela ben presto uno scherzo da mattacchioni, perché dopo dieci secondi viene abbandonato e rimpiazzato da un altro riff simil Motörhead che porta ad un chorus outtake Motörhead. Simpatico l’assolo ma non risolleva il pezzo.
Il riff tinto di blues che sovrasta la sirena di un mezzo di soccorso apre “Fear The Reaper”, ma si tratta di un altro episodio goliardico, questa volta della durata di una trentina di secondi, perché, lasciato da parte lo spunto, il successivo riff ci riporta in area B.
Altro buon assolo e buono anche il lavoro alle pelli ma, nonostante il chorus ruffiano, non c’è nulla di cui entusiasmarsi. “Seeds of Evil” ripete immutato il copione: gruppo A.
Machine Gun Preacher” offre un briciolo di originalità, se non altro per il tema trattato, risultando dedicato alla storia di Sam Childers, che dopo la dissoluta militanza in una banda di motociclisti si converte e fonda un orfanotrofio in Sudan per i bambini soldati reduci delle guerre civili. Musicalmente il brano, in cui trova spazio un assolo di batteria, rientra nel gruppo B.

In “El Pistolero”, Blochmann smette per un attimo di essere posseduto dallo spirito di Kilmister e offre la prima interpretazione personale; peccato che il chorus sia inframezzato dal celebre “AY -AY” del brano “TNT” degli AC/DC.
Down Under” ha un buon riff, ma Lemmy torna al microfono e riporta il brano in zona A.
Still Riding”, appena meno scontato, rimanda ai Metallica di “The Black Album”.
Five bullets Come in peace” è pezzo del gruppo B.
Il brano “Liquor & Tits” offre sonorità che ricordano i danesi D-A-D e dimostra che quando non sono impegnati a fare la cover band gli El Pistolero si avvicinano a fare centro.
Chiude “Painkillers” facente parte del gruppo B.

Non me la sento di affossare completamente l’album. Va detto, comunque, che gli El Pistolero – che dal punto di vista tecnico non trovo da buttare via – avrebbero dovuto sforzarsi di personalizzare maggiormente il loro sound e di convogliare più proficuamente la loro innegabile energia ma, da buoni fans degli Airbourne, avranno probabilmente pensato:

Perché sbattersi tanto? Copia, incolla, modifica…fatto!

 

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