Recensione: Modern Lieder

Di Roberto Gelmi - 20 Giugno 2022 - 8:30
Modern Lieder
Etichetta: Astral Music
Genere: Altro 
Anno: 2022
Nazione:
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70

I Nefesh Acoustic Duo nascono come progetto parallelo dei Nefesh, band progressive/alternative rock fondata dal chitarrista Luca Lampis nel 2005 e con quattro dischi all’attivo. Il singolo ‘Stalker‘ ha dato inoltre visibilità al gruppo italiano in quanto parte dalla colonna sonora del docufilm The Zone – A Post Atomic Journey. Parliamo, dunque, di una band che ha qualcosa da dire. Il progetto Nefesh Acoustic Duo, ambizioso e suggestivo negli intenti, vuole essere un ulteriore tassello nel percorso del gruppo. L’EP di cui ci occupiamo presenta sette pezzi unplugged, alcuni sono rivisitazioni di brani dei Nefesh, altri cover di canzoni prese dal mondo prevalentemente alternative degli anni ‘90 che si trasformano per magia in Lieder moderni (per chi mastica la musica d’arte il titolo richiamerà alla mente nomi quali Franz Schubert e Hugo Wolf…).

L’avvio è segnato da note di chitarra che stillano lucentezza fragile. “Preludio” è un incipit da rara elegia e richiama per associazione i due preludi (Preludio al divenire e Preludio al risveglio) contenuti in ‘Panta Rei‘, album del 2021 dei Nefesh.

Every Time” – cover del brano dei Nefesh contenuto in ‘Shades and Lights’ – stupisce per le scelte d’arrangiamento, le ritmiche tirate del pezzo originale sono sostituite da arpeggi fatati come sospesi nel tempo; si respira un’aria metafisica ed emerge tutta la maestria di Luca Lampis alla chitarra. Non a caso, del resto, si dice un estimatore di Johann Sebastian Bach. “Orestes” (cover degli A Perfect Circle) è il primo brano in scaletta che vede la comparsa della voce di Matteo Sbrollini. Il suo approccio intimista e delicato cerca di enfatizzare l’arrangiamento chitarristico del brano, anche con note in falsetto. Il risultato è pregevole ma non convince del tutto, la pronuncia inglese va migliorata e manca un po’ di carattere e personalità. I testi di “Luce” sono in italiano e possiamo comprenderne la bellezza al primo ascolto: «Ora sì, sono libero, la mia mente torna mia…».

Luca Lampis resta il valore aggiunto del pezzo, mentre il crescendo finale è un momento ricco di pathos con l’esortazione a un carp diem laico («Lascia stare le preghiere mi rimetto in mano mia»). La cover dei Limp Bizkit “Re-arranged” ripresenta il problema della pronuncia inglese, ma è giusta la scelta nell’ultima parte del pezzo di proporre linee vocali ruvide al punto giusto. Più riuscita “Digital Bath” dei Deftones, a tratti magnetica e insinuante. L’EP si chiude con un ultimo brano dei Nefesh, “Figlio della vita”, riproposta in chiave acustica. Il pezzo leopardiano è rivisitato come un fado disperato. Le linee vocali indulgono in note sussurrate, tenute e languide. Gli ultimi due minuti, infine, sono il palcoscenico per il virtuosismo ispirato di Luca Lampis che regala un saggio della sua perizia tecnica.

Modern Lieder‘ svela un lato inedito dei Nefesh e permette al suo mastermind di proporsi in una veste nuova. La musica che ci regala il progetto acustico ha sicuramente alcuni momenti riusciti ed emozionali, ma parliamo solo di un assaggio delle vere potenzialità del nuovo duo. Auguriamo loro di guadagnare in visibilità e proporre i brani acustici in sede live, in attesa di nuove soprese future.

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