Recensione: Moon-Twice
Anno 1984. Autore: Dokken. Titolo album: Tooth and Nail. Giudizio: ottimo.
Anno 1985. Autore: Dokken. Titolo album: Under Lock and Key. Giudizio: stellare.
Anno 1987. Autore: Dokken. Titolo album: Back for the Attack. Giudizio: buono.
Anno 2006. Autore: Alberto Simonini. Titolo album: Moon-Twice. Giudizio: leggere recensione.
Domanda: come deve essere un album di heavy metal?
Risposta: un album di heavy metal deve principalmente essere incentrato sulla chitarra.
Esatto!
Quantomeno questo è quello che io penso da sempre.
Moon-Twice, qui recensito, è un album incentrato sulla chitarra.
Alberto Simonini da Bologna, virtuoso chitarrista degli indimenticati e redivivi Crying Steel, nel 2006 riesce finalmente a fare uscire, per la Crotalo di Luigi Mazzesi, il suo album omonimo, che giace nel cassetto dal gennaio 1990 e che quindi per la prima volta vede la luce. Si tratta di un solo project nel vero senso della parola: il chitarrista infatti si è occupato della realizzazione musicale di questo disco a 360°, dalle voci a tutto il resto, rappresentando quindi un one man project a tutto tondo, concedendosi solamente qualche special guest a sprazzi.
Non a caso a inizio recensione citavo alcuni degli album dei Dokken: Moon-Twice, per chi non lo sapesse in anticipo, potrebbe venire scambiato per il quarto album della band di Don e George Lynch dopo il trittico Tooth, Under & Back, in poche parole quello che i fan dei Dokken si sarebbero da sempre aspettati e che invece non è mai uscito. Dopo Back from the Attack, infatti, il combo americano sfornò il deludente “Dokken” del 1994 (non calcolando il live Beast from the East del 1988) e poi si perse un po’ per strada, forse anche a causa dell’onda lunga degli eccessi targati anni ottanta.
Il Disco.
No Tequila parte a la Dokken (ma va?) per esplodere in un piacevole ritornello, con Simonini in versione Lynch, sia nel riff portante del pezzo che nel solo “losangeleno” finale. Can’t you See parte lenta per poi immergersi in territori tipicamente Crying Steel, per via degli ammiccamenti fra l’ascia di Alberto e le tastiere. Anche in questo episodio chorus di facile presa, con l’autore di tutti i brani che dimostra anche di saper cantare, e bene, all’interno del genere. Moon-Twice, Fear your Weapon e Unrequired Love proseguono sulla stessa falsariga, tra lustrini, paillettes e chitarre frizzanti. Il primo brano lento del lotto è A Secret Diary, subito seguito dall’episodio più violento del Cd: My Desire is You, per chi scrive l’highlight assoluto dell’album, un pezzo trascinante con Alberto sorprendentemente a suo agio anche in territori vocali particolarmente alti e acuti.
Existence è ancora catchy, in sintonia con i brani che l’hanno preceduta, come She is Mine e Everytime, entrambe dal coro più latino e meno made in Usa. Solitude è il lento che mi aspettavo: morbido, d’atmosfera e sufficientemente malinconico, per niente “scoppiettante” o pomposo, come da tradizione italiana in quegli anni. Gli ultimi cinque brani sono strumentali: la vanhaleniana Runnin’ on the Fast Car Lane, contenente un solo di Red Crotalo dei Revenge, l’ipnotica Positive/Negative, le classiche Flight on Fancy – impreziosita dal flauto di Anna Auer – e K622 Adagio di Wolfgang Amedeus Mozart. Si chiude con i tre minuti abbondanti di Incubus of a Wilful Murder in the Cosmos. Va rimarcato che in tutti e cinque gli episodi non si tratta di dimostrazioni di velocità chitarristiche iperboliche ma riusciti accostamenti della sei corde ad atmosfere solo ipoteticamente distanti dal suono distorto che fuoriesce dai Marshall.
Mi chiedo cosa sarebbe uscito se Moon-Twice fosse stato composto da una vera band, magari con cori un poco più maschi e soprattutto se fosse stato disponibile già dal 1990… probabilmente si sarebbe parlato di uno degli episodi di class metal migliori mai partoriti da un gruppo italiano.
Presumo che il Cd sia di difficile reperibilità, data la scarsa distribuzione: per chi volesse accaparrarselo consiglio di contattare direttamente Alberto Simonini – www.albertosimonini.cjb.net – oppure andare sul sito della LM Crotalo – www.crotalo.com –
Stefano “Steven Rich” Ricetti