Recensione: Music to crash your car to vol 1 e 2

Di SANdMAN - 22 Gennaio 2005 - 0:00
Music to crash your car to vol 1 e 2
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Anno: 2004
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85

Per questa poderosa “enciclopedia” dei e sui Mötley Crüe partirei prima di tutto a valutare gli extra piuttosto che quello che viene proposto dal gruppo.
Sia chiaro non sono intenzionato a sondare solo le molte cose in surplus ma bensì (vista la mole di canzoni e del lasso storico che i Crüe vogliono proporre con questi otto cd) valutare nell’insieme tutto il prodotto, facendo una “trasvolata” sui due cofanetti.
Considerate che questi due box vanno a comporre l’opera omnia del gruppo, partendo dal 1981 fino a giungere al1987 (per il volume uno) e dal 1989 al 1994 (per il secondo volume) mentre il terzo volume (ancora in fase di produzione) dovrebbe contenere l’ultima parte, si fa per dire, della storia del gruppo.
Nel primo volume sono presenti i primi quattro album del combo di L. A., con l’aggiunta di versioni demo, canzoni live e altre versioni remixate.

Troviamo nel primo cd il “ Too fast for love” album nella versione “leathür original mix”,
che altro non è che “Too fast for love” con l’aggiunta di “Stick to your gun” e con l’utilizzo di molto più riverbero nella voce ed un’ equalizzazione più “ovattata” (ovvero un considerevole aumento di bassi e medi), riducendo lievemente gli alti. Infine si possono saggiare le differenti risoluzioni delle songs in primissima stampa dato che, al termine di queste versioni, è stata inserita la stesura originale del disco; la differenza principale sta nella formula di mixaggio, equalizzazione ed, in alcuni casi, piccole discrepanze dei finali o degli assoli.

Sul secondo cd abbiamo “Toast of the town” canzone carica dello spirito iniziale del gruppo e che è la B side di un 7” dal titolo “Stick to your guns” reperibile solo nei concerti della band nella zona di L. A. nel 1981.
La seconda e la terza traccia, rispettivamente”Tonight (the raspberries)”, un midtempo molto sornione e radio oriented che sarebbe stato molto valido come singolo apripista, e “Too fast for love”, “alternative intro” cioè intro lento accompagnato dalla voce del cantante per sfociare nella canzone che conosciamo bene, sono due delle bonus tracks rintracciabili sulla ristampa di “Too fast for love”. La quarta “Merry go a round” (live) è registrata a San Antonio Texas ed in se per se non si discosta dalla versione da studio fatta eccezione del pubblico e alcuni inneschi dell’amplificazione, la canzone è presente nella versione giapponese ed europea sempre di “Too fast for love” reissue. Di seguito abbiamo la tracklist di “Shout at the devil”. Le canzoni dalla sedici alla diciotto e la venti sono demo version proprio di “Shout at the devil”,”Looks that kill”, “Hotter than hell” e “Too young to fall in love”, tutte presentano leggere variazioni sul tema originale ed andando così a creare un fascino più grezzo grezzo rispetto alla versione standard. La traccia diciannove si intitola “I will survive” (ma non centra con il tormentone di Gloria Gaynor) ed è una song che si trova nella ristampa del secondo lavoro dei Crüe. Piccola particolarità su questa ultima traccia: avrebbe dovuto chiamarsi “Jesus is Satan” ma la band decise prima per “I will survive”, la song tra l’altro non fu inserita nel disco, anche se, secondo me, era una traccia degna di farne parte in quanto carica e potente al punto giusto restando in linea perfetta con il resto della canzoni presenti su “Shout at the devil”.

Il terzo disco del primo cofanetto si apre con la opener di “Theatre of pain”, ovvero “City boy blues” e segue puntigliosamente la scaletta del terzo album della band fino a “Fight for your right” la conclusiva della prima edizione, dopo di che troviamo tutte le tracce bonus presenti sulla ristampa, ossia: “Home sweet home” demo version (ovvero senza cori e senza il riverbero sulla chitarra acustica in inizio canzone), “Smokin’ in the boys room” alterantive guitar solo – rough mix molto più bluesly rispetto all’originale, “City boy blues” demo version che dura circa venti secondi in più a fronte di una minima variazione sul “prodotto” finale, “Home sweet home” instrumental rough mix (traccia che sinceramente ha poco senso nel contesto in quanto presente già due volte, ma in ogni caso valida se considerata a sè stante), “Keep your eyes on the money” demo version nonchè traccia inedita quindi ha il doppio sapore: uno di scoperta e l’altro di una perla molto bella ma dimenticata. Troviamo infine “Tommy Lee drum piece” pezzo carino ma certamente non indispensabile.

L’ultimo cd del primo box che,come detto in precedenza, contiene i primi quattro lavori si apre dunque con “Wild side” e scende nella tracklist fino alla cover “Jailhouse rock” di Elvis registrata live, per poi finire nelle bonus tracks anch’esse rintracciabili nella ristampa del cd ovvero: “Girls girls girls Tom Werman and band intro – rough mix of instrumental track” con circa mezzo minuto di parole da parte di Tom Werman che precede la versione strumentale non eccelsa ma con alcuni spunti interessanti di registrazione, “Wild side instrumental – rough mix of instrumental track” che non mi ha trasmesso molto rispetto alla versione con la voce, “Rodeo” traccia inedita, lentaccio di classico stampo Crüe, “Nona instrumental demo idea” dove troviamo un bridge che poi non sarà presente nella versione definitiva (in ogni caso la canzone contiene ancora tutto il suo pathos anche senza la voce di Neil), “All in the name of Rock…” live version registrata a Mosca (molto bello quello che fa il gruppo per il pubblico che ricambia calorosamente facendo molto chiasso ed acclamando la band).
In fine il cofanetto si completa con un grosso booklet con servizio fotografico della band che ripercorre il periodo dei live (e non solo) dei primi quattro album; vi troviamo foto conosciutissime e meno conosciute nonché la tracklists completa dei cd ed alcune parole di Shaun Pollitt e Dante Bonutto, rispettivamente fondatore e webmaster di motley.com (sito ufficiale dei Crüe) mentre giornalista di spicco a Londra, uomo della Eastwest records Uk nonchè autore nel 1986 della prima biografia del gruppo dal titolo ”The commedy and the tragedy: the first five years” il secondo.

Per quanto riguarda il secondo volume della Mötley-pedia abbiamo a disposizione altri quattro cd che contengono “Dr Feelgood”, “Mötley Crüe”, “Quaternary Ep” (uscito solo per il mercato giapponese) ed anche qui una grossa fetta di versioni alternative, remix, live e tracce inedite.

Come appena accennato abbiamo nel primo cd la tracklist di “Dr Feelgood” dopo di che quattro canzoni in demo version ovvero “Dr. Feelgood” con l’unica variante della presenza di coriste per il ritornello ed una durata di sette secondi meno, “Without you” con la sovrapposizione di due chitarre una dodici corde e la “classica” chitarra distorta nonché la doppia voce ossia Neil più una femminile purtroppo “senza nome” (mancano informazioni supplementari sulle versioni demo); “Kickstart my heart” con piccole differenze rispetto alla versione finale riscontrabili principalmente sul ritornello (differenti cori, mancanza di riverbero sulla voce e lieve forzatura delle corde vocali) e “Time for change” con intro lasciato ad un organo da chiesa, grossissima dose di eco su tutta la song, cori lasciati ad una corale (probabilmente una gospel band); c’è anche una inedita,“Get it for free”, di notevole forza e con grandi connotati hard rock e blues. Particolarità dell’album “Dr. Feelgood” è che appaiono molti nomi noti della scena mondiale rock e pop che hanno fatto i background vocals in tutte le tracce, nomi del calibro di Steven Tyler, Brian Adams, Skid row, lo stesso produttore Bob Rock, Robin Zander e molti altri.

Il secondo cd è all’insegna della raccolta doppia ovvero “Decade of decadence ’81-‘91” da cui sentiamo i remix di “Live wire” che si compone principalmente di una ri registrazione del pezzo con nuovi effetti sulle chitarre ed un’esecuzione lievemente più veloce e più incisiva, “Piece of your action” come la precedente una “riedizione” a livello stilistico ossia effetti differenti per la chitarra di Mars e un differente filtro per la voce di Vince Neil (questi due remix sono opera di Michael Wagener), “Home sweet home” con variazioni alle parti di pianoforte, un lieve riverbero sulla voce durante il ritornello e nei cori ad opera di Bob Rock e Randy Staub, la demo version di “Knock’em dead, kid” che credo fosse la versione da master e non una demo in funzione della “pulizia” del suono e dalla minima differenza dalla versione finale; le tracce live di “Kickstart my heart” e “Dr. Feelgood” registrate a Dallas nel 1990 dalle quali si sente tutto l’affetto dei fans per il gruppo che ricambia con queste due pietre miliari della loro produzione nonché con la cover “Anarchy in the U.K.”un classico di sempre però in versione da studio. Tutte le canzoni fin qui citate sono state miscelate con la serie di registrazioni “scartate” dagli album e inserite nella raccolta “Supersonic & demonic relics”. Infatti “Sinners & saint” poteva stare sia su “Shout…” che su “Theatre of pain”, in quanto molto rabbiosa e graffiante (registrata infatti nel 1983), mentre “Moon ring” musicalmente è un misto di generi che comunque danno un senso al “non sense” della composizione e con testo tratto da :”Alcohol induced stoopidity” (registrata nel 1984). Mentre “So good, so bad” è una canzone sempre in Crüe style tirata e solare (piccola pecca per quanto riguarda la registrazione delle parti vocali troppo alte e poco curate), abbiamo poi “Monsterous” che, più che una canzone vera e propria, potrebbe essere un cammeo alla stregua di T.nT., mi ricorda una famosa canzone pop anni ’80 (registrata nel 1988), la seguente “Say Yeah” è lievemente sottotono rispetto alla produzione di quell’anno (anch’essa registrata nel 1988), mentre “Teaser” è tratta dall’ album “Stairway to heaven, highway to hell” del 1989. “Rock ‘n’ roll junkie” è composta per la colonna sonora di “the adventures of Ford Fairlane” e che già da l’idea di che genere possa essere dal titolo, mentre “Primal scream” ha forti influenze hard rock anni settanta con ovvi filtri ad opera di southern rock e blues. Troviamo poi “Angela” traccia di puro Mötley Crüe sound, ritmata al punto giusto ed infine c’è la traccia inedita, “Black widow”, canzone lievemente differente dal sound “festaiolo” del gruppo in quanto abbraccia sonorità quasi oscure ma sempre con un occhio al trademark della band (il brano fu scartato dalle registrazioni di “Shout at…”),

Il terzo cd è il più scarno di tutti, c’è solo la scaletta di “Mötley Crüe” con l’aggiunta di “Hypnotized”, inedita apparsa, come tutti gli inediti del resto, sulla ristampa dell’omonimo cd e che ripercorre fedelmente i suoni di “Mötley Crüe” senza discostarsene minimamente.

Il quarto cd contiene il “Quaternary Ep” nella versione “normale” ed in quella da prima stampa nonchè alcune tracce uscite nei cd promozionali di “Mötley Crüe”. Piccola parentesi “culturale”: il “Quaternay Ep” è stato un lavoro molto strano uscito solo per il mercato giapponese e per quello americano nel quale si presentano le quattro facce del gruppo losangelino del periodo più buio per la loro carriera; purtroppo il lavoro con John Corabi non ha avuto il successo sperato (forse molti fans si sono sentiti traditi dalla band per le scelte “ardite” nel comporre l’abum) anche se le quattro tracce sono ad opera e produzione di un membro per canzone più la quinta scaturita dalla mente del co-produttore Bob Rock.
Non mi metto a “sezionarle” una per una solo vi dico che la traccia di Tommy Lee è sulla scia di quello che sarà il Metod of Mayem sound, quindi capite che un mix di suoni più o meno riconducibili a rap, crossover e molto vagamente industrial. Invece la song di Mick Mars è un lento blues strumentale molto sognante e sofferente. Il pezzo di Nikki Sixx è riconducibile all’ambiente industrial a cavallo di NiN e Ministry, mentre John Corabi chiede al gruppo di fare un lento con un‘anima a cavallo tra Beatles e Queen. Infine il brano di Bob Rock è una canzone con una forte anima hard rock molto trascinante.
Dalla sesta traccia alla nona troviamo tutte songs “recuperabili” dalla versione giapponese dello stesso Ep che, a conti fatti, almeno nella terra del sol levante si accosta più ad un album completo che non ad un semplice ep.
Successivamente abbiamo “10,000 miles away” lento molto bello che esterna l’anima blues del combo di L.A., “Hoolingan’ s holiday” extended holiday version ad opera degli skinny puppy che si “svolge” normalmente ad eccezione del finale che viene assaltato da loops, campionature e quantaltro di elettronico, le demo version di “Hammered” e “Livin’ in the no” che paga pegno ad un grande della chitarra (Hendrix) per poi sfociare in tutt’altra song hard rock mista a blues, “Misunderstood” guitar solo/scream version, song suonata con l’aiuto dell’orchestra nel centro della traccia. Abbiamo poi due versioni remixate di “Hooligan’s holiday”: la derelict version che sinceramente trovo poco consona al gruppo e vagamente scopiazzata dal NiN sound e la brown nose edit che non cambia se non in termini di tempo di esecuzione; troviamo poi la “Misunderstood” succesful format version che non varia di molto da quella presente su “Mötley Crüe”.

Oltre a tutte queste canzoni abbiamo nel cofanetto un poster doppio sul quale da un lato c’è la copertina del cofanetto stesso (una macchina in fiamme che sta esplodendo) e dall’altro un patchwork in dedica del loro vecchio greatest hits “Decade of decadence”; inoltre c’è un fumetto “datato“ che racconta la storia dagli inizi fino al 1987 sotto forma di piccola caricatura della band (chiamata Snötley Crüe) che storpia alcune canzoni del gruppo e li fa vedere in un mondo parallelo. In fine una storia con fondo sociale ovvero Sixx che spiega quello che gli è accaduto durante le overdose con finale politicamente corretto (e sinceramente sensato nonché dovuto) dove si vede la band che accompagna Nikky in un centro di disintossicazione; infine ma non certo ultimo lo spesso booklet che continua la serie di foto più o meno note dei Crüe, la lista delle canzoni e i dati dove poterle rintracciare negli altri album. Poche parole in questo libretto sono lasciate a Roger Lotring giornalista per “Metal edge. Unica nota di cattivo gusto è la mancanza totale delle foto con John Corabi, mi sembra proprio una bassezza che si potevano risparmiare (come del resto i pochi dati sul terzo cd del cofanetto e le poche canzoni “aggiuntive” che troneggiano negli altri sette dischi).

Questi due cofanetti hanno, a mio avviso, alcuni pregi ad esempio quello di dare la possibilità a chi non ha le ristampe di godere delle canzoni in esse contenute, di poter far sentire un Ep pressoché impossibile da reperire se non tramite importazioni parallele (a costi esorbitanti) e di fare “luce” su uno dei più controversi gruppi della scena a cavallo tra ‘80 e ’90. Piccola nota di colore: entrambi i cofanetti hanno la peculiarità di essere in finta pelle di rettile (il più quotato sembra essere il coccodrillo, ma non escluderei il serpente) nonchè un segnalino in stoffa per facilitare l’estrazione dei 4 cd e del libretto in essi contenuti; da notare anche che i retro dei due cofanetti (se avvicinati) compongono parte del nome del gruppo, è dunque ovvio che manca il terzo cofanetto x completare il nome.

La pecca principale sta nel costo (64€ per il primo e 67€ per il secondo) dato che per ora è uscito solo il volume uno in versione europea, mentre il volume due a tutt’ oggi è ancora reperibile solo sul mercato U.S.A.. Aggiungiamo anche il fatto che da poco sono stati ristampati tutti i loro album che hanno la peculiarità di avere una media di 4 demo version, 1 o 2 inediti e un video per cadauno, quindi ad eccezione di “Quaternary Ep” tutti gli altri lavori della band possono sostituire (se presi tutti ovviamente) i cofanetti.

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