Recensione: New Man, New Songs, Same Shit, Vol. I

Di Claudia Gaballo - 22 Aprile 2020 - 4:00
New Man, New Songs, Same Shit, Vol.1
Etichetta: Nuclear Blast
Genere: Heavy 
Anno: 2020
Nazione:
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76

Adam ‘Nergal’ Darski è senza dubbio una delle personalità di spicco del metal moderno. I più lo conosceranno per essere il frontman dei Behemoth, band iconica del black che si è sempre distinta per il proprio carattere controverso e l’estetica estrema. Me And That Man invece è un side-project dall’animo più personale, che nasce nel 2017 e propone qualcosa di totalmente diverso (ma è davvero così?).

Abbandonate quindi la Polonia, i riti occulti e tutto quel make-up, e dirigetevi verso il deserto texano, preferibilmente in un assolato pomeriggio d’estate. Siete l’eroe bello e dannato di un moderno spaghetti western: la sentite la musica di sottofondo nel fumoso saloon? Ecco, state ascoltando “New Man, New Songs, Same Shit, Vol.I”.

Questo album è infatti un perfetto mix di rock classico, blues e country; il tutto declinato in toni piuttosto dark, con testi che spaziano dal satanismo all’omicidio, tanto per rassicurarci sul fatto che ci sia proprio Nergal dietro tutto ciò. È un disco che si ascolta facilmente: le canzoni – tutte sotto i cinque minuti – scivolano via come whiskey e quei riff piuttosto catchy ti rimangono in testa per ore. Esempi di questo tipo sono ‘Run With The Devil’, ‘Burning Churches’ oppure la malinconica ‘Męstwo’, che è anche l’unica interamente in lingua polacca.

‘By The River’ e ‘Surrender’ sono i pezzi più blues e quelli che diffondono “americanità” da ogni singola nota, contribuendo a creare l’atmosfera da film caratteristica dell’album.

Un momento di stacco dalle sonorità cupe viene offerto da ‘Deep Down South’. Questa è un’allegra canzoncina country cantata da Johanna Sadonis e Nicke Anderson dei Lucifer, che ci raccontano una bella storia di amore, vendetta e sangue.

Ma questa non è l’unica partecipazione all’interno del disco, anzi, l’unica canzone esclusivamente eseguita da Nergal è la già citata ‘Męstwo’. Tra i nomi di spicco troviamo Corey Taylor (Stone Sour, Slipknot), Rob Caggiano (Volbeat, Anthrax) e Brent Hinds (Mastodon) che cantano in ‘How Come?’ e Matt Heafy (Trivium) in ‘You Will Be Mine’.

L’opera si conclude con ‘Confession’, un pezzo lento e malinconico che verso l’ultimo minuto rivela un easter egg fatto di scream e blast beat dal sapore decisamente black.

Complessivamente questo è un album che scorre bene e ricrea un’atmosfera ben precisa, nonostante il convivere di diversi stili. Il bello è che non bisogna essere amanti del metal per apprezzarlo, e nemmeno sapere chi sia questo tale Nergal. Sicuramente chi ha un po’ di contesto comprenderà meglio i toni oscuri che caratterizzano tutta l’opera, e alla fine si chiederà se c’è veramente tutta questa differenza con il passato.

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