Recensione: Night Stalker

Gli svedesi Teaser Sweet esistono per volere del chitarrista Marcus Damberg, il quale convinse la sorella e cantante Therese insieme con il bassista Christoffer Cardell ad allestire una band nel 2013 in quel di Huskvarna, Jönköping. A chiudere il cerchio, allora, ci pensò il batterista Kalle Krantz.
I primi tempi furono segnati dalla riproposizione di canzoni prevalentemente dei Kiss, poi il gruppo si evolvette sino a pubblicare un demo al quale seguirono, quantomeno sino a oggi, ben tre album: Hit And Run (2015), Hypnotized (2018) e Monster (2020), più un Ep, In The Night, del 2017. In quei lustri la formazione si consolidò anche nelle situazioni live, come da copione.
Attualmente la line-up dei Teaser Sweet schiera Therese Damberg alla voce, Marcus Damberg alla chitarra, Hampus Steenberg al basso e Kent Svensson dietro i tamburi.
Night Stalker, l’oggetto della recensione, è il loro quanto full length ufficiale e vede la luce per la High Roller Records. La versione in Cd – esiste anche in ellepì e musicassetta – si accompagna a un libretto di otto pagine con tutti i testi. L’unica foto della band al completo campeggia nel retro della confezione, dove sono elencate anche le canzoni. Che risultano essere nove per poco più di mezzora di ascolto.
I Teaser Sweet, a mo’ di presentazione per bocca della loro cantante Theresa, una che di certo non passa inosservata e non solo per le doti canore, non si nascondono:
“Ci rendiamo conto che in Svezia ormai esista e si è consolidata una sorta di tradizione che vuole una presenza femminile dietro al microfono piuttosto che band composte da sole donne, basti citare le varie Crucified Barbara, Slingblade, Thundermother e The Gems ma personalmente mi ispiro a Doro Pesch, se proprio debbo indicare una collega, mentre in termini maschili non ho alcun dubbio: Rob Halford permane inarrivabile, per feeling espresso e attitudine”
Queste le premesse per approcciare Night Stalker, un disco che disvela la marcata devozione degli svedesi nei confronti della Nwobhm in particolare per gli Iron Maiden e le proverbiali galoppate metalliche, da intendersi nella loro accezione maggiormente melodica. La title track è esemplificativa, in questo senso, così come la successiva “Deep in the Woods” e “Cold Is The Fire”, posta in chiusura. Non mancano però i riferimenti all’hard rock robusto di stampo americano in particolare quello declinato illo tempore da Lita Ford (“Living In Sin”, “Eat You Alive”, “Killer Machine”). Toccante il lento “Blue Sky”, che nella sua estrema semplicità dà modo alla cantante Theresa Damberg di dimostrarsi interprete di razza.
Night Stalker, a conti fatti, si conferma prodotto interessante, ben suonato e ben prodotto, così come i Teaser Sweet band assolutamente rodata e con tutte le carte in regola per effettuare nel prossimo futuro il necessario salto di qualità atto a farli emergere dall’affollatissimo ammasso di complessi sì intriganti ma ai quali manca sempre quel qualcosa in grado di farli per davvero spiccare…
Stefano “Steven Rich” Ricetti