Recensione: Nuclear Booze Patrol

Di Andrea Bacigalupo - 1 Agosto 2025 - 8:30

NWOTSM, New Wave of True Speed Metal … proviamoci va! Tra gli acronimi post NWOBHM che si sentono magari ci può stare bene anche questo.

Di fatto, in questo ultimo periodo, abbiamo notato un buon aumento della produzione discografica da parte di band legate al vecchio e sporco Speed Metal, quello che pesca da Motörhead, Venon, Raven e che sa di Razor, Exciter, Acid …, l’embrione del Thrash Metal, la cui linea di confine in alcuni tratti è sottilissima.

Ora, parlare di “New Wave” è un poco esagerato, qui non ci troviamo di fronte ad una frotta di ragazzini inferociti con tanta voglia di suonare ma ad un movimento guidato generalmente da adulti che, pur se arrivati, o prossimi ad arrivare, agli “…anta” non hanno nessuna intenzione di staccarsi da questo modo di suonare urgente e veloce, che vede le sue primissime radici in brani come ‘Stone Cold Crazy’ dei Queen o ‘Exciter’ dei Judas Priest e guai a provare a metterci dentro qualcosa di nuovo … non si fa!

Però sono loro a tenere vivo lo Speed Metal: velocità da capogiro, chitarre sferzanti, ritmica rocambolesca e vociaccia infernale e caustica a formare canzoni grezze, dirette e senza fronzoli, questo esce dai loro dischi, oltre ad una buona dose di nostalgia.

Gli Atomizator sono tra questi. Quartetto nato nel 2015 in Svizzera si decide a lanciare un album sul mercato solo adesso: ‘Nuclear Booze Patrol’, disponibile dal 25 febbraio 2025 via Witches Brew.

Loro rappresentano esattamente quello che abbiamo scritto prima, compreso il nome terribile ed una copertina terrificante, rigorosamente in linea con gli anni ’80, come se l’intervallo di 40 anni sia stato completamente cancellato.

Che non ci troviamo davanti a nulla di nuovo lo abbiamo già chiarito. L’impatto sonoro però non è malvagio, questi ragazzi sanno suonare e la produzione del disco lo mette bene in luce.

È il songwriting ad essere un po’ statico, con i brani tutti sparati nella stessa direzione. C’è chiaramente voglia di spaccare crani, di tirare a tutto braccio, soprattutto di dare una chiara idea della loro forza sui palchi, ma la varietà compositiva lascia un po’ a desiderare.

Ecco il punto: la scaletta su disco e chiaramente viva, adatta al clima festoso e irruente di un concerto dove il tasso di adrenalina (ed anche alcolico) supera ogni livello di guardia. Sicuramente a vederli dal vivo la voglia di sfogarsi, tra pogo ed headbanging, viene più che accontentata.

Però ascoltando il disco si sente che … manca qualcosa … non solo la varietà ma anche certi dettagli, come la mancanza di assoli che rende i brani troppo lunghi o la voce non troppo in linea od ancora una batteria un po’ tanto uniforme, alla fine ‘sto disco è troppo omogeneo, senza brani che si elevano o che si distaccano, eccezione per ‘Terror 404’, uno strumentalino elettronico, che poteva anche non esserci (come l’intro ‘U-235’, del resto) posto a tre/quarti della Tracklist. Alla fine, passata la metà, si vorrebbe sentire qualcosa di diverso, che però non arriva.

Per chi vuole dare un ascolto i brani più incisivi sono ‘Permanent Injury’, ‘Thrash Copactor’ e ‘N.B.P. (Nuclear Booze Patrol)’, tutti belli roventi e sfrigolanti.

Per cui buona band, promossa dal punto di vista tecnico e dell’attitudine, però, per non essere dimenticati in fretta, ci vuole qualcosa di più. Resta, comunque, la curiosità di vederli dal vivo.

Nuclear Booze Patrol’ è stato registrato, mixato e masterizzato presso i REC Studio di Ginevra.

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