Recensione: One Night in Bangkok

Di Matteo Lavazza - 28 Luglio 2003 - 0:00
One Night in Bangkok
Band: Sodom
Etichetta:
Genere:
Anno: 2003
Nazione:
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88

I Sodom sono un pezzo importante della storia della nostra musica, è infatti dal 1984 che i tedeschi macinano dischi su dischi senza mai perdere in credibilità o in coerenza, anche nei tempi bui del Thrash loro sono stati tra i pochi a continuare per la loro strada, senza cambiare di una virgola il loro modo di suonare.
Questo “One Night in Bangkok” è il terzo disco dal vivo della band, ma di sicuro è quello registrato nel posto più impensabile, è infatti l’entusiasmo del pubblico orientale ad aprire il cd, con la band che lo investe immediatamente con una versione devastante di “Among the Weirdcong”.
La band non tralascia nessuno dei proprio classici, e vecchi cavalli di battaglia come “Blasphemer”, “Sodomized” o “Sodomy and Lust” vengono supportati alla grande da canzoni mostruose come “Remember the Fallen”, “Agent Orange”, “Code Red”, che in questo live riesce addirittura ad essere ancora più cattiva che su disco, oppure la classicissima “Stalinhagel”, e i Sodom non dimenticano nemmeno di proporre dei pezzi del loro periodo più “punkeggiante”, tipo “Eat Me!”.
Non manca davvero nessuna delle canzoni che hanno reso celebre il combo in tutto il mondo, oltre alle songs già citate potrei segnalare le cattivissime “Outbreak of Evil”, “Witching Metal” e “Ausgebombt”, veri e propri inni del thrash più grezzo e marcio.
Il gruppo ci presenta anche una nuova canzone, intitolata “the Enemy Inside”, una canzone che fa davvero ben sperare per il prossimo studio album della band, un inizio cupo lascia poi spazio al basso distortissimo e cattivo di Tom prima di partire con la pesantezza di un carro armato, se il prossimo disco della band dovesse mantenersi tutto sui livelli di questa canzone ci sarà da divertirsi.
Presente anche una cover di “Ace of Spades” dei Motorhead, resa alla grande, come del resto tutte le cover che i Sodom hanno proposto nel corso degli anni.
I suoni di questo doppio live album sono perfetti per un gruppo del genere, sporchi e cattivi ma sempre in grado di far rendere le canzoni alla grandissima.
Tecnicamente i Sodom non sono mai stati un granchè, e anche su questo “One Night in Bangkok” si possono notare parecchie sbavature da parte dei 3 musicisti, ma in fondo da loro nessuno si aspetta chissà che virtuosismi, la band al suo pubblico da ciò che ogni Sodom fans vuole, tanta potenza e tanta violenza sonora; sono del parere che la scelta del gruppo di non effettuare sovraincisioni varie in studio sia solo da ammirare, questo è un vero live album, che trasuda sudore da ogni nota.
Credo che chiunque apprezzi il Thrash non possa davvero lasciarsi sfuggire questo disco, uno spaccato di storia del genere nella sua forma più grezza, ma forse anche nella sua forma più vera.

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