Recensione: Out-4-Dinner

Di Orso Comellini - 25 Febbraio 2012 - 0:00
Out-4-Dinner
Etichetta:
Genere:
Anno: 2011
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I Bi-Polar Sluts sono una nuovissima realtà nel panorama hard/sleazy tricolore. Movimento che, con l’avvento del nuovo millennio, in Italia (come d’altra parte nel resto del Mondo, Scandinavia in primis) sembra vivere una seconda giovinezza, per merito di gruppi come Skull Daze, Cream Pie, Jolly Power, Killer Klown, Hollywood Killerz ecc.

Provenienti da Parma, i cinque rocker nostrani, hanno rivolto le proprie attenzioni principalmente a un’audience esterofila e più in particolare a quella che predilige sonorità statunitensi. Volontà evidente sia in fase di song-writing sia in termini di attitudine. Infatti, dopo aver registrato il loro debutto “Out-4-Dinner” negli studi Morphing di Bologna, avvalendosi dell’esperienza di Cristiano Santini (Disciplinatha), sono decollati alla volta di Los Angeles per girare il video promozionale di “Keep Screaming” e arricchire il booklet con fotografie scattate per le strade della città degli angeli. Non a caso poi nella formazione troviamo Paolo Casali, batterista dai trascorsi nei Raw Power, band hardcore poco conosciuta entro i confini nazionali, che tuttavia ha saputo costruirsi una fama leggendaria proprio negli States. Si segnalano poi collaborazioni illustri in alcuni brani, come Beppe Cantarelli alla chitarra (Quincy Jones, Micheal Jackson, Mina), Luciano Girardengo al violoncello (Paolo Conte, F. Renga) e Georgeanne Kalweit alla voce (V. Capossela, Delta V).

L’album si presenta come una sorta di concept album, in cui i Nostri ci narrano l’evolversi di una serata (o meglio, nottata) tra amici, che inizia con l’intro “Out-4-Dinner” e la seguente “Aperiti‘Ve’”, fino all’immancabile sosta nel “Sammy’s Backyard” prima di fare ritorno in tempo per la colazione (“Back-4-Breakfast”), tra sviluppi più o meno prevedibili. Musicalmente, la loro proposta può essere descritta come la versione americana dei primissimi Negrita in una veste molto più sleaze, ruvida e stradaiola, detto in maniera spiccia. Se da un lato i Bi-Polar Sluts puntano molto su melodie patinate di facile presa e catchy non sempre riuscitissime (e talvolta, ahimè, un po’ ingenue e sempliciotte), dall’altro bisogna riconoscere loro una certa abilità a comporre canzoni convincenti e piuttosto trascinanti, che mantengono il livello medio piuttosto costante. C’è dell’altro: a rendere godibile l’album ci pensa una certa varietà nelle composizioni, segno di una buona versatilità dei singoli, provenienti probabilmente da precedenti esperienze (e influenze) differenti ma capaci di amalgamarsi tra di loro. Se quello che accomuna i cinque è un animo da duri rocker, infatti, è vero anche che tra le tracce spuntano qua e là elementi classicamente heavy metal, punk/hardcore, glam o puro rock’n’roll. Tuttavia non sono mai dominanti e rimangono innestati sempre in un‘ossatura hard rock. Infine, buona la loro preparazione tecnica. Pur trattandosi di un album di debutto, denota già sufficiente professionalità e maturità (con margini di miglioramento): qualità indispensabili per ambire ai palcoscenici d’oltreoceano.

Tra gli episodi migliori vanno citati: l’adrenalinica opener dagli intrecci chitarristici di matrice ‘maideniana‘ nell’accelerazione finale, la potente “Keep Screaming” che strizza l’occhio alle sonorità polverose dei Badlands di Jake E. Lee (Ozzy Osbourne), con Mike Molinari intento a rievocare l’appeal di Ray Gillen o sfiorare le note impossibili di Chris Cornell. E ancora: la graffiante “Treat U Bad” che sembra quasi uscire da “The Spaghetti Incident?” dei Guns N’ Roses per il suo animo punk rock rivisitato in chiave moderna, divertente ed easy “Never Trust A Woman”, caratterizzata da un valido segmento solista e la dinamica “Believe” che permette alla valida sezione ritmica di dare sfogo alle proprie pulsioni. Quanto al resto delle canzoni, tra intro, outro e interludi vari, non si segnalano cali particolarmente rilevanti e altre meriterebbero menzione, tuttavia, pur avendo sempre degli spunti interessanti, in alcuni casi certe linee vocali e certe aperture melodiche appaiono un po’ forzate, oppure un po’ troppo votate al mainstream. Per questo, anche se musicalmente irreprensibili, sembrano in parte a corto della necessaria personalità e carisma.

Ad ogni modo “Out-4-Dinner” è un album fresco e piuttosto genuino, nonostante l’alternanza tra brani più riusciti o meno. Sicuramente dal vivo i Bi-Polar Sluts potranno divertire ed esprimere al meglio le loro potenzialità, così da oliare certi meccanismi e far emergere il proprio stile, assecondando con grinta l’istintività piuttosto che ‘rifugiarsi’ in composizioni troppo ragionate e sono sicuro che in futuro alcune delle ingenuità evidenziate potranno essere corrette. 

Orso “Orso80” Comellini

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Tracce:
1. Out-4-Dinner (intro) 1:11
2. Aperiti“Ve” 3:45
3. I Can’t Stand It 5:01
4. Keep Screaming 3:34
5. Listen To Me 3:28
6. Treat U Bad 3:37
7. One Day 4:29
8. Never Trust A Woman 4:07
9. Vodka & Lime 4:07
10. Believe 3:58
11. Prelude To… 1:44
12. Something To Kill The Pain 6:34
13. Sammy’s Backyard 1:17
14. Back-4-Breakfast (outro) 1:24

Durata 48 min. ca.

Formazione:
Mike “Wild Boar” Molinari – Vocals
Giux Morini – Guitar
Federico “Arco” Arcuri – Guitar
Joe “Farlo” Forlini – Bass
Paolo “Paul” Casali – Drums

Max Gavina – The current guitarist

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