Recensione: Out of the Gutter

Di Susanna Zandonà - 7 Settembre 2022 - 0:01
Out of the Gutter
Band: Jones Street
Etichetta: Eonian Records
Genere: Hard Rock 
Anno: 2022
Nazione:
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60

Out Of The Gutter” sembra ambientato all’ interno di un American road saloon in cui si esibisce una cover band dei G’N’R, con Shawn Crosby (voce) che ce la mette tutta per scimmiottare un Axl Rose ai tempi di “Use Your Illusion” (1991).
In effetti lo stile dei  Jones Street  ricorda molto l’hardrock carico di country con il cappello di paglia che ha contraddistinto molte glam band americane nell’ epoca 90s ed è giunto al declino a causa del sempre più apprezzato genere grunge. Ipotesi che trova riscontro nel fatto che tutto il materiale utilizzato per ristampare questo album sia già stato edito all’ interno di “Dancin’ with the Devil” rilasciato nel 2021 da BOOTSYMUSIC, e sia già stato pubblicato diverse altre volte in precedenza (pare nel 1995 e poi nel 2008).

L’impressione è che i  Jones Street abbiano perso di poco il treno per gli 80s. Tutto il registrato è infatti datato tra il 1991 e il 1995, con l’unica variazione di un nuovo mix (che lustra l’argenteria e toglie la patina del tempo), una traccia eliminata – “The World F**k” – ed una sostituita “Out on Skid Row” che diviene “On The edge” (demo), forse anche a voler rimarcare una propria identità, resa ora più aggressiva rispetto al passato.

I Jones Street sembrano per la verità un cliché, che però funziona sempre. Si formano nel 1991 a Los Angeles e prendono il nome dalla strada in cui asseriscono Barry Levine (produttore) gli abbia noleggiato un appartamento. A parte vestiti e strumenti musicali non possiedono nient’altro e ovviamente casa loro è un gran party ogni notte con amici e amiche che si fermano a dormire dove capita. Storia già sentita. Un po’ come questo album, che si ripropone a distanza di anni come la peperonata del giorno prima. Si inverte l’ordine delle tracce ma il risultato è sempre lo stesso.

Prendi qualche pezzo da tutte le band che apprezzi e mettilo insieme, avrai un perfetto Frankenstein alla “Out Of The Gutter”. “Dancin’ with the devil” (per la serie, se non hai in discografia almeno un brano che si chiami “dancing with…” non sei nessuno), attacca con la risatina cattiva alla Ozzy Osbourne in “Crazy Train” e la ritmica è abbastanza “The boys are back in town” dei Thin Lizzy. “Tell me why” è una ballata discreta alla “Wanted Dead or Alive” di Bon Jovi, con un groove di batteria alla AC/DC. “What Comes Around”, “We won’t be forgotten” e “F**k authority” sono state prodotte da Vince Neil (Motley Crue) ed in effetti è molto presente il sound “spensierato e folle” da Sunset Strip.
Tipo Girls, Girls, Girls (1987), per intenderci. “Take your love” non l’ha prodotta Vince, ma risulta comunque  Wild Side. “Thieves Of Love” ha le chitarre alla “Crazy” degli Aerosmith… “Razor to my Wrist” è l’unica traccia che sinceramente convince: non suona come niente di nuovo, anzi sa di britpop, ma almeno aggiunge il fascino della scoperta.

On the edge” infine, è una demo di cui non sentivamo l’eccessiva necessità, in quanto non aggiunge né toglie nulla alla composizione.

Gran parte del lavoro è svolto sicuramente dal mix di Anthony Focx (Beautiful Creatures, Bang Tango), capace di conferire almeno un po’ di vigore ad un album che tutto sommato non riesce a differenziarsi all’interno del vasto panorama musicale contemporaneo.
Un disco che non ha il gusto della novità: sarebbe bello sentire qualcosa di nuovo ogni tanto.

http://www.eonianrecords.com/

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