Recensione: Phantom Limb

Di Michele Carli - 29 Agosto 2007 - 0:00
Phantom Limb
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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70

I Pig Destroyer hanno il merito di essere riusciti, negli anni, a catalizzare su loro stessi moltissima attenzione. Ovunque si parli di grindcore si può star certi di trovarli, idolatrati ed osannati da un gran numero di fan di musica estrema, ed io mi sono sempre chiesto il perché. Onestamente, ed ovviamente secondo il mio parere, fin dagli inizi della loro carriera non sono mai stati in grado di superare il traguardo di “buona band”, sfornando
sì dischi divertenti e aggressivi come il vecchio Prowler in the yard, ma che assolutamente non spiegano la folla di devoti ascoltatori che li seguono da vicino.

Comunque, torniamo a noi. Dopo ben tre anni dal discusso Terrifyer, il gruppo statunitense ci propone, in una ottima veste grafica, questo
Phantom Limb, minacciando di continuare il mutamento di stile iniziato con il precedente album. Le tracce si allungano, la furia animalesca cede il passo a momenti più catchy e cadenzati e l’influenza thrash si comincia a far sentire in modo molto massiccio, sia nei riff di chitarra che nei tempi di batteria. Proprio i riff si rifanno direttamente alla vecchia scuola americana degli Slayer, dando spessore e impatto alle frequenti parti mid-tempo, decisamente aumentate rispetto al passato. Non spaventatevi, comunque, grinders e patiti della velocità. I blast beats folli ci sono sempre e
Jr Hayes continua ad urlare i suoi testi da psicoanalisi con il suo screaming acido dei vecchi tempi, anche se in modo un po’ forzato e decisamente comune.
Interessanti alcune idee che si trovano sparse in giro per le tracce, come il gusto un po’ stoner ad esempio di
Heathen Temple e i vari effetti elettronici e noise ad opera del neo entrato
Blake Harrison che arricchiscono i brani, evitando ai Piggy di scadere nella fin troppo facile noia.
La produzione è senz’altro adatta al tipo di proposta, con la chitarra a farla da padrona e i suoni di batteria belli nitidi e potenti, specialmente nelle parti groovy, e l’assenza del basso non fa perdere punti al muro sonoro sprigionato.

Esiste, comunque, anche l’altra faccia della medaglia. Nonostante le piccole chicche e la varietà compositiva dei brani, il disco nel complesso dopo qualche ascolto perde la sua carica adrenalinica. Gli manca il classico “qualcosa in più” che fa ritornare la voglia di rimettere su il disco più e più volte, e probabilmente finirà solamente a fare presenza nella vostra collezione. Il cantato fin troppo banale, poi, non vi sarà sicuramente di aiuto.

Se siete amanti del gruppo e avete apprezzato a fondo il vecchio Terrifyer, sono sicuro che accoglierete a braccia aperte anche questo nuovo capitolo della storia dei
Pig Destroyer. Se invece, spulciando avidamente la vostra distro di fiducia, sarete indecisi tra questo
Phantom Limb e, magari, un disco dei ben più sconosciuti (inspiegabilmente)
Gadget, non pensateci troppo e scegliete i secondi. Vi farete sicuramente un favore.

Tracklist

1. Rotten Yellow
2. Jupiter’s Eye
3. Deathtripper
4. Thought Crime Spree
5. Cemetery Road
6. Lesser Animal
7. Phantom Limb
8. Loathsome
9. Heathen Temple
10. 4th Degree Burns
11. Alexandria
12. Girl In A Slayer Jacket
13. Waist Deep In Ash
14. Machete Twins

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