Recensione: Polenta violenta

Di Claudio Casero - 2 Maggio 2007 - 0:00
Polenta violenta
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Anno: 2007
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84

I lombardi Longobardeath giungono finalmente al loro primo vero e proprio full-lenght intitolato “Polenta violenta”, prodotto dall’americana Metal Voltage Records. La band è stato completamente rimaneggiata rispetto ai precedenti lavori; l’unico membro che è rimasto è infatti il vocalist e fondatore Ul Mik (gia cantante dei Vexed e degli Alea Jacta). Il gruppo viene poi completato da Ul Teo (basso), Ul Rob (chitarra) (già chitarrista del gruppo gothic Sidhe), Ul Marco (chitarra) (sei corde anche negli Hatework) e Ul Giurgin (batteria).

Come ben si può capire dal nome della band e dei suoi componenti, i Longobardeath si dedicano ad un hard rock con influenze di metal classico cantato in dialetto milanese. Ci sono stati sicuramente dei cambiamenti nel sound del gruppo che si è ammorbidito notevolmente con il passare del tempo, grazie ai quali si riescono a capire decisamente meglio i testi, di vitale importanza.
Dopo una divertente intro che ironizza sulle vecchiette che mentre sono in chiesa sparlano dei conoscenti invece di pregare, si parte con “Ul fradel de l’amis del cugnaa”, brano con qualche influenza thrash che riesce a convincere grazie a riff granitici e ad una sezione ritmica che riempie perfettamente l’aria.
La titletrack “Polenta violenta” è una mazzata sonora di immani dimensioni; in questo caso la polenta diventa “pulenta viulenta (D.O.C.)” per difendere la nostra cucina dagli attacchi dei cibi stranieri. La canzone in questione, di indubbia orecchiabilità, riesce a rimanere in testa già da un primo sommario ascolto, grazie al suo sound potente e semplice al tempo stesso che non risulta però essere mai banale.
Passano poi senza nessun intoppo brani come “La Elsa strapazzuna”, “Ul Giacumin strasciabusecch” che sono brani sicuramente composti per far divertire sia per quanto riguarda il testo che per quel che concerne la musica, un incrocio tra hard rock e metal classico con quel tocco di personalità che di certo non guasta.
Troviamo poi anche l’ormai famosa “L’ass de picch”, cover di “Ace of spades” dei Motorhead remixata rispetto alla versione incisa precedentemente e quindi decisamente più incisiva e potente.
“Birra chi!!!” invece altro non è che una versione particolare di “Bier her” (brano da Oktober Fest già cantato da Tom Angelripper); in questo caso possiamo ascoltare il susseguirsi di strofe in tedesco cantate da niente po’ po’ di meno che da Gerre dei Tankard e da altre in dialetto cantate da Ul Mik.
Con “Osteria” spunta invece fuori la vena hard core della band con un brano che fa della velocità e della potenza la sua arma vincente. Il risultato è una canzone da ascoltare pogando o facendo uno scatenato headbanging.
All’interno del cd troviamo, oltre a del materiale multimediale, anche la versione karaoke di “Polenta violenta”, che in questo caso si chiama “KantaTi e Rangiass).
Come si può leggere nel libretto del cd, in questo “Polenta violenta” possiamo trovare collaborazioni da parte di elementi di altre band italiane come Necrodeath, Vexed, Hyades e Dust in Eyes.

“Polenta violenta” è quindi un’ottimo lavoro che può soddisfare un po’ tutti, anche coloro che non capiscono il dialetto milanese grazie alla sonorità e alla struttura delle canzoni di tutto rispetto. Originale e molto apprezzabile sicuramente il fatto di portare in musica le credenze popolari e le abitudini tipiche della cultura lombarda di un tempo. Ascoltate questo platter davanti ad un buon bicchiere di vino!

TRACKLIST:
1. …Ah si…eh già…te’l seet…
2. Ul fradel de l’amis del cugnaa
3. Polenta violenta !!!! (D.O.C.)
4. La Elsa strapazzuna
5. Ul Giacumin strasciabusecch
6. Il barone Fanfulla da Lodi
7. I miss dal cortil
8. L’ass de picch
9. Bira chi !!!!
10. Ul me amis ciuchee
11. Osteria
12. Polenta violenta !!!! (KantaTi e Rangiass)
13. Omaggio a Veneto e Piemonte

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