Recensione: Prey For Eyes

Di Andrea Arditi - 5 Agosto 2007 - 0:00
Prey For Eyes
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Genere:
Anno: 2007
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81

A seguito della pubblicazione di due dischi validissimi quali Fused Together in Revolving Doors e Clients, il 2007 rivede i The Red Chord presentarsi sul mercato estremo con Prey For Eyes. Rispetto al diretto predecessore si devono annoverare la dipartita del chitarrista Jonny Fay sostituito da Mike Keller, e l’entrata nella band da parte di un batterista fisso, vale a dire Brad Fickeisen.

Stilisticamente il gruppo rimane pressochè immutato non presentando particolari evoluzioni musicali paventando, quindi, una certa coerenza; è da notare però un continuo e progressivo aumento di canzoni in tracklist: dalle nove contenute nel debut si è arrivati alle 14 del full length qui recensito: la diretta conseguenza potrebbe essere quella di incorrere nel rischio, alla lunga, di fare decadere l’attenzione dell’ascoltatore, ed in effetti ai primi ascolti così succede, salvo poi iniziare a assimilare particolari e sfumature interessanti in un primo tempo sfuggiti e che faranno apprezzare il lavoro dei The Red Chord, che però rimarrà un minimo troppo diluito rispetto a quello che intendo essere un cd perfetto dal punto di vista della durata.
Musicalmente il quintetto statunitense è però assolutamente inattaccabile: la costruzione delle canzoni è ineccepibile e mostra una padronanza totale dei rispettivi strumenti, nessuno escluso: si potrà godere di numerosi controtempi, cambi di tempo e quant’altro possa attirare l’attenzione nel corso di un full length che, data la sua lunghezza, potrebbe trovare qua e là dei filler, come nel caso di Midas Touch, che potrebbero danneggiare la valutazione globale della release; non è però solo questa la loro forza, ma anche e soprattutto quella di proporre una musica variegata nella proposta senza risultare per nulla scollata: death metal, hardcore ed un uso oculatissimo (e praticamente inesistente rispetto al passato) delle clean vocals si fondono in maniera assolutamente perfetta regalando a chi ascolta dell’ottima musica, ancor più esaltata dalla presenza di una strumentale che a me personalmente è piaciuta moltissimo: It Came From Over There è splendida nel suo incedere e ad un riffing talvolta roccioso si sposano inserti di tastiera enormemente debitori del progressive anni ’70, mentre la conclusiva Seminar, che nella sua prima parte è sorretta dal potente  growl di Guy Kozowyk (che ricorda molto quello di Kyle Symons), nell’ultima si evolve in tutt’altra maniera… pacata, intimista e riflessiva grazie alla musica scritta dai nostri, che nell’arco di tutto il cd risulta poche volte banale e scontata.

La forza di Prey For Eyes è sostanzialmente da ricercarsi proprio in quanto detto poc’anzi: musica sempre piuttosto varia e scandita da momenti altamente brutali alternati a mid tempos coriacei ma che evidenziano la volontà di non stancare, le varie influenze cui si rifanno e i momenti strumentali di stacco piacevolissimi. Se fin da subito la qualità del disco salterà all’orecchio, sarà poi la possibilità di ascoltarlo più volte a rendergli definitivamente onore riducendo all’osso i momenti di stanca (in definitiva, a parere di chi scrive, la precedentemente citata Midas Touch e Bone Needle) per rendersi infine conto della sua migliore peculiarità, la grande compattezza da qualunque punto di vista lo si voglia guardare.

Tracklist:
01. Film Critiques And Militia Men
02. Dread Prevailed
03. It Runs In The Family
04. Send The Death Storm
05. Pray For Eyes
06. Responsibles
07. Midas Touch
08. Tread On The Neck Of Kings
09. It Came From Over There
10. Intelligence Has Been Compromised
11. Open Eyed Beast Attack
12. Birdbath
13. Bone Needle
14. Seminar

Lineup:
Guy Kozowyk – Voce
Mike “Gunface” McKenzie – Chitarra
Gregory Weeks – Basso
Brad Fickeisen – Batteria
Mike Keller – Chitarra

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