Recensione: Progenies of the Cemetery

Di Nicola Furlan - 30 Novembre 2020 - 8:30

Progenies of the Cemetery” è l’EP demo d’esordio della viscerale creatura Congenital Deformity, progetto generatosi nella mente di Michele Labratti, polistrumentista creativo nonché dotato di una notevole attitudine per i feeling cupi ed oscuri. Uscito originariamente nel dicembre del 2019, viene ora rilasciato dalla Rotten Tomb Records Morbid Chapel Records che ne hanno previsto le versioni Cd. “Progenies of the Cemetery” è poi sempre disponibile in cassetta tramite Unholy Domain.

Il mini disco contiene quattro tracce di puro death metal infarcito di gore, narrato da un cantato gutturale e caustico. I brani regalano sensazioni di oscurità, sono cadenzati, ‘doomosi’ e massicci sotto il profilo ritmico, gelidi e infernali sotto quello emotivo. Artisticamente si colgono i lontani echi di Asphyx, Bolt Thrower e Benediction, ovvero “Progenies of the Cemetery” porta in musica, non solo il tipico marciume che caratterizza nella maggior parte dei casi questa corrente musicale, ma anche quelle ‘raffinatezze’ tipiche del death metal old-school ovvero qui ci troverete sezioni soliste, cambi di ritmo dalla pacca tipicamente ‘core’ e quei rallentamenti che tanta fortuna hanno portato ai seminali capolavori di inizio carriera di molte band dell’epoca, alcune delle quali citate precedentemente. Questi quattro brani raccolgono un sacco di proposte estreme. Sono caratterizzate da un riffing piacevole e ben definito. Ogni brano ha una identità chiara e uno stile riconoscibile. Sotto il profilo dei suoni la tradizione è rispettata: oscuri, pesanti, poco curati… basta chiudere gli occhi per venir proiettatti nella cripta il cui eco li ha generati. Brano top: “Crypt of the Deformed“! Quanta roba figa gira nell’underground, è pazzesco! Avanti così!

Nicola Furlan

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