Recensione: React (初回盤)

Di Elisa Tonini - 26 Febbraio 2020 - 7:30

In Giappone tradizione e innovazione si contrastano ma a volte si uniscono, sia nella vita di tutti giorni che nella musica. In questo senso, da band come Onmyo-Za, Orochi e Musashi (六三四) spaziamo ai presenti WagakkiBand (和楽器バンド), gruppo fondato nel 2013.
Il termine wagakki significa “strumenti musicali tradizionali giapponesi”, elementi caratterizzanti del gruppo assieme ad una cantante di formazione shigin. Legano il tutto gli strumenti tipici del rock/metal quali basso, chitarra e batteria. Con queste premesse i Nostri hanno prodotto una discografia piuttosto nutrita da cui emergono quattro full-lenght e, sul finire del 2019, esce l’EP “React (初回盤)”.

Gli otto giapponesi hanno sempre proposto pezzi decisamente ricchi  melodicamente parlando e non potrebbe essere altrimenti visto il notevole numero di musicisti. Shakuhachi, koto, tsugaru shamisen e wadaiko infondono – a seconda dell’occorrenza – un piglio tagliente, spiritato, sognante e frizzante ad una virtuosa base di difficile catalogazione. Il lato folk si sposa con asperità a tratti hard rock, metal, alternative, ma anche con un’immediatezza pop ed in certi casi dance.  Yuko Suzuhana, la cantante, con la sua fortissima personalità si rivela indispensabile nell’enfatizzare le multicolori e camaleontiche qualità dell’insieme. Talvolta, oltre ai dinamici cori, si aggiunge alla voce il chitarrista Machiya, certamente dotato di un’impostazione più canonica ma adatta a valorizzare sia l’aspetto romantico che l’aspetto risolutamente più giovane. In “React” è granitica la sua performance dall’aria rap (vicina quasi ai Rage Against The Machine) su”Ignite”, il pezzo più duro del disco, nonché il migliore dell’intera opera. Il cantato maschile e quello femminile danno vita a scorribande travolgenti e ad un refrain poetico ed etereo. Da menzionare poi i virtuosismi impeccabili degli strumenti a corda, specie la pulizia shred delle chitarre. Più lineare è “Break Out”, pezzo infuso di arrangiamenti alternative ed hard rock, in grado di conferire al brano una compattezza avvincente.
A suo modo tosto è l’incantevole “情景エフェクター”, canzone in apparenza semplice per via di un’energica base dal battito dance ma colma di intricati arrangiamenti briosi, luminosi, ed arpeggi dal calore quasi latino.”Izana” d’altro canto inganna con il suo essere inizialmente un brano calmo, pieno di velature dall’aria trip hop simili a quelle della stupenda “Sabaku no Komoriuta”/砂漠の子守唄 (dal full-lenght Otonoe) per poi crescere man mano in una sorta di power ballad cantata da Yuko e Machiya. I punti di contatto con il menzionato brano possono abbassarne l’impressione qualitativa, ciononostante più che discreta.

Dopo “Otonoe”, album organicamente smorzato da un po’ troppi brani lenti , con “React” i WagakkiBand recuperano in compattezza – senza arrivare alla monoliticità di “Yasou Emaki”- e proseguono su certi sperimentalismi sonori di “Shikisai”. Fondamentalmente non si discostano dalla loro formula, proponendo comunque un prodotto di buona fattura ed ottimamente prodotto. Distanti dalle loro più note connazionali BabyMetal, i Nostri con la loro particolarità e maestria tecnica ben possono distinguersi nel panorama musicale internazionale.
I fan apprezzeranno sicuramente questo lavoro, per gli altri potrebbe essere una graditissima sorpresa oppure qualcosa che non rientra nei loro gusti.

Elisa “SoulMysteries” Tonini

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