Recensione: Reaping Season, Bloodshed Beyond

Di Matteo Orru - 13 Febbraio 2019 - 0:05
Reaping Season, Bloodshed Beyond
Etichetta:
Genere: Black 
Anno: 2018
Nazione:
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71

E anche i panzer Chaos Invocation giungono così alla fatidica terza fatica in studio sulla lunga distanza che, per tante band, rappresenta la punta di diamante discografica. Sarà così pure per il terribile combo tedesco? Lo scopriremo tra queste righe.

Per chi non li conosce i Chaos Invocation si formano nel 2004 e sono paladini di un black metal che ha radici ben piantate in più terreni ma le ispirazioni principali sono quelle provenienti dal sound prettamente nord europeo sia dal punto di vista melodico che da quello prettamente brutale con liriche che inneggiano la grandezza del male e del suo angelo nero.

Con questo nuovo Reaping Season, Bloodshed Beyond la musica non cambia ma continua ad evolversi in ricerca di una personalità ancora più spiccata e, talvolta, alla scoperta di lidi non ancora esplorati.

Ad essere onesti, i primi ascolti hanno lasciato un senso di confusione in quanto la carne di cristiani innocenti sul fuoco è tanta e ogni singolo brano è ricco di spunti e iniziative che si intrecciano come un diavolo a sette teste e, spesso e volentieri, non rendono un ascolto fluido e immediato ma richiede concentrazione e dedizione al loro mantra nero.

Se da una parte ciò è sinonimo di una totale assenza di banalità, da un altro punto di vista va a cozzare con una gran parte di audience; il mondo della musica, soprattutto dal punto di vista dei fruitori è sempre in continua evoluzione, col download selvaggio gran parte di ascoltatori schiacciano play senza recare attenzione agli ascolti lasciandosi colpire esclusivamente dal ritornello memorizzabile immediatamente o dalle melodie canticchiabili.

Diciamo subito che le undici tracce che compongono Reaping Season, Bloodshed Beyond sono un viaggio malato in una mente depravata e ansiosa pronta a stupire per malvagità e singolarità traccia dopo traccia, infatti se dopo l’intro, Calling From Dudail ci porta immediatamente in territori classici del black più tradizionale e oscuro lanciato a velocità folle, già con la seguente To Fathom The Bloodmist il copione muta enfatizzando la componente evocativa: i blast forsennati lasciano spazio a mid tempos e i growl cavernosi si fan da parte per concedere maggior spazio a voci pulite e narranti.

In MenSkinDrums Of Doom c’è spazio a ritmi tribali intrisi di sangue di un sacrificio umano per poi trasformarsi in up tempos con riff presi a piene mani da un qualsiasi gruppo che suona metal classico, sfociando in un solo che della melodia fa la sua arma vincente.

L’apice del disco comunque è dietro l’angolo, in The Search Of Keys And Gates il combo teutonico fa scuola. Una base black thrash nel vero senso della parola condita da elementi classici, melodici ed epici dove growl posseduti dal male si alternano a clean vocals che condannano streghe al rogo per quanto sono evocative, un brano che trasmette oppressione, terrore e morte, una tempesta di fuoco, sangue e demoni; arpeggi incantati si scambiano vorticosamente con tremolo come in una staffetta si passa di mano in mano il testimone per poi sfociare nella sucessiva Blackmoon Prayer, bizzarra, malsana, quasi completamente cantata in clean ingannando tra pace e serenità uditiva per poi diventare un boia con una scure pronto a decapitare infedeli per il maligno e trascinare sante figure negli inferi più oscuri.

E’proprio qui il valore aggiunto di questo disco: se all’inizio può sembrare ostico col tempo si riesce ad apprezzare e valorizzare dando a ogni ascolto una nuova faccia (però sempre demoniaca) a ogni brano, che spicca per originalità in tutta la tracklist che si evolve costantemente cambiando repentinamente aspetto come un camaleonte satanico concedendo alla melodica e devastante Ajna Assassins Absolute il compito di chiudere un lavoro che risulta essere davvero ben riuscito, senza filler e momenti di stanca.

Degna di menzione la produzione praticamente perfetta e il lavoro svolto dalla sempre attenta World Terror Comitee che continua a mettere alla luce gemme oscure e annoverando, al giorno d’oggi, uno dei roster più infernali di tutto l’underground estremo per qualità e brutalità.

Prendetevi un calice colmo di sangue di infedele, spegnete la luce, accendete degli incensi e schiacciate play, chissà dove vi porteranno i Chaos Invocation, ma se cercate luoghi solari dove trascorrere tranquillamente una vacanza, andate oltre. Astenersi persone normali!

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