Recensione: Relentless

Di Alessandro Cuoghi - 24 Febbraio 2011 - 0:00
Relentless
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Anno: 2010
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74

La consolidata certezza di sapere a cosa si vada in contro, prima ancora di inserire un disco appena comprato nel proprio lettore musicale, è una sensazione che da tempo accomuna i fan di parecchi grandi nomi dell’Heavy Metal e dell’Hard Rock. Non che la cosa debba per forza essere un male, anzi, innumerevoli grandi band (qualcuno ha detto Motorhead?!) hanno costruito un successo duraturo apportando solamente lievi e ponderate modifiche al sound, consolidando le basi compositive e confermando nei decenni i propri trademark stilistici.
Questa situazione casca a pennello anche per “Relentless“, ultima fatica discografica del più discusso guitar hero che il Metal abbia mai avuto l’onere e l’onore di ospitare fra le proprie fila: mr Lars Johan Yngve Lannerbäck, famoso nel mondo come Yngwie J. Malmsteen.

Forte, come sempre, di un ego spropositato e dopo aver riconvocato in squadra il talentuoso singer Tim “Ripper” Owens (Ex Judas Priest ed Iced Earth), il nostro eroe imbraccia nuovamente la propria Fender Stratocaster color panna per infarcire con migliaia di note un lavoro che, grazie anche alla buona prestazione dei turnisti, farà la gioia dei fan del settore.
Per la cronaca: il chitarrista, totale deus ex machina delle composizioni, si è qui occupato anche della totale esecuzione delle parti di basso, nonché di alcune parti vocali e di tastiera.

Il disco, raffigurante in copertina un Yngwie Malmsteen in posa virtuosamente drammatica, si apre con la breve “Overture“, dove il Nostro ci ricorda maestosamente quali siano le basi imprescindibili del proprio sound: imponente atmosfera barocca, pulizia esecutiva che rasenta la perfezione e scale minori armoniche sparate ad una velocità senza pari.
Sempre fedele ai canoni da lui stesso creati, il chitarrista continua ad esprimere la propria arte sotto diverse forme, attingendo a piene mani dal sound dei propri idoli e dalle correnti musicali che ne hanno forgiato lo stile. Attraverso tale consolidato modus componendi prende così forma la successiva, ottima “Critical Mass“, canzone dall’iniziale retrogusto spagnoleggiante dove Owens dà prova di una forma vocale modulata ma ancora lungi dall’appassire. Il solito sublime lavoro alle chitarre (sia in fase solista che ritmica) si espleta qui in pompose tessiture barocche, strettamente imparentate con quelle della splendida “Deja Vu” del 1988, e pone sin da subito il brano in vetta all’indice di gradimento parziale. Passata la funambolica (ma piuttosto standard) strumentale “Shot Across The Bow“, balziamo direttamente alla solare “Look At You Now“, dove il chitarrista svedese decide di prendersi ogni merito assumendo anche il ruolo di cantante solista, con risultati non eccelsi ma comunque apprezzabili.
 
Che Malmsteen ami particolarmente il lato pomposo della musica non è mai stato un segreto, e così, passati alcuni episodi di media intensità (tra i quali la title track), la passione per gli epici crescendo prende finalmente forma attraverso la drammatica strumentale “Into Valhalla“, dove cori altisonanti si alternano alle smitragliate lucenti dell’axeman, creando una complessa trama emozionale, perfetto sfondo per uno scenario guerresco medievale.
La nota predisposizione dell’artista svedese  per il protagonismo chitarristico si manifesta nuovamente nella fantastica suite “Cross To Bear“, dove tecnica e passione si fondono in un entusiasmante altalenare di emozioni barocche, e nel toccante “Adagio B Flat Minor Variation“, vera e propria Classica in Rock. Il disco si conclude con la famosa e didattica “Arpeggios From Hell“, posta come bonus track, che contribuisce ulteriormente a tenere alto il tasso tecnico e stilistico del lavoro.

A questo punto è notevole come, eccezion fatta per la succitata “Critical Mass”, i maggiori punti deboli del disco risultino spesso i brani con una “struttura canzone” vera e propria, dove, oltre alle chitarre, troviamo un protagonista di troppo: la voce. Infatti, senza nulla togliere alle doti canore di Owens, talvolta pare che le parti vocali siano state inserite forzatamente nelle composizioni, quasi a voler dare un’impronta più easy listening ad un prodotto altrimenti destinato solamente ai fanatici del virtuosismo chitarristico. Non a caso in brani come “Blinded” l’eccezionale lavoro alle sei corde viene talvolta offuscato da un cantato che fatica ad amalgamarsi. Un ulteriore episodio interessante, in cui la voce purtroppo non convince fino in fondo, è la gotica “Enemy Within“, dove più volte il povero Tim è costretto a seguire linee vocali decisamente ostiche e lontane dal proprio stile.

L’idea di voler rendere il prodotto musicalmente trasversale, al fine di puntare ad un target di pubblico più vasto, è resa bene dalla scelta di alternare caparbiamente episodi cantati e non, in modo da rendere il disco più digeribile a chiunque vi si accosti: dal fanatico delle svisate al semplice neofita.   

D’altro canto, con l’avanzare degli ascolti, ed escludendo lo scontato senso di déjà vu (preventivo, fra l’altro, di facili scivoloni) tipico di alcune composizioni, i brani puramente strumentali risultano davvero emozionanti e godibili, dimostrandosi vero e proprio punto focale del lavoro. La non trascurabile impronta Heavy/Power Metal, messa in risalto fra l’altro da una discreta produzione, lascia più volte spazio ad ariosi inserti Hard Rock tipici degli anni 80 e ad altre interessanti contaminazioni, andando a costituire la solida base di un prodotto che, pur senza eccessive pretese, risulta abbastanza vario, scorrevole e complessivamente longevo.

Tirando quindi le somme: “Relentless”, al pari della quasi totalità della discografia recente targata Malmsteen, verrà probabilmente accolto in modo caloroso dai fan e, ovviamente, denigrato fino alla morte dai soliti detrattori. Detto questo, se appartenete alla prima categoria, non vi rimane che tuffarvi a capofitto fra le bordate neoclassiche, le ruffiane sfumature Hard Rock, le armonizzazioni Power e, naturalmente, gli inconfondibili assoli griffati Yngwie J. Malmsteen!

Alessandro Cuoghi

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Line up

Yngwie J. Malmsteen – lead & rhythm guitars, bass, additional keyboards, backing & lead vocals
Tim “Ripper” Owens – lead vocals
Nick Marino “Marinovic” – keyboards
Partrick Johansson – drums

TRACKLIST

1. Overture   
2. Critical Mass   
3. Shot Across the Bow  
4. Look at You Now   
5. Relentless   
6. Enemy Within  
7. Knight of the Vasa Order   
8. Caged Animal   
9. Into Valhalla  
10. Tide of Desire   
11. Adagio B Flat Minor Variation   
12. Axe to Grind   
13. Blinded   
14. Cross to Bear  
15. Arpeggios from Hell   
 

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