Recensione: Requiem for the Indifferent

Di Kiara Laetitia - 9 Marzo 2012 - 0:00
Requiem for the Indifferent
Band: Epica
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Premetto: non sono mai impazzita per gli Epica. Non c’è un perché o un motivo; come le altre forme di arte, la musica cade molto spesso nel giudizio soggettivo ed è proprio quello che mi porta a dire che non è mai scattata la scintilla per loro. Forse perché non ho mai troppo apprezzato le voci di stampo lirico, con una sola eccezione Tarja Turunen. Ho cercato comunque di ascoltare questo lavoro senza pregiudizi dettati dai miei gusti personali e con l’orecchio, questa volta, del recensore.
Requiem For The Indifferent’ è il quinto lavoro in studio del combo olandese: sebbene il secondo disco, non sia facile da scrivere perché si sente la pressione di eguagliare un primo album che di solito ha ottenuto un discreto successo (altrimenti non si parte nemmeno), il quinto non è da meno: è la consacrazione o l’affermazione di una  band, il momento decisivo per la carriera. E gli Epica in questo senso non deludono: sfornano infatti un disco di stampo decisamente sinfonico e con le caratteristiche del genere.

Come molti album, questo cd inizia con un piccolo Intro intitolato ‘Karma’. L’intro di solito serve a creare suspense e a far capire l’atmosfera dell’album e, in questo caso, della musica degli Epica. Veniamo poi catapultati dentro ‘Monopoly On Truth’, una traccia decisamente d’impatto su cui si staglia la voce di Simone. I riff di Mark sono in primo piano quasi quanto la voce in questo pezzo, e gli sporadici growls danno alla traccia un tono più aggressivo. Questo è un pezzo decisamente heavy. Una nota particolare sul finale: bello, epico.
Storm The Sorrow’ è un pezzo tipico dello stile degli Epica e anche ricorda qualcosa di già sentito, la parte piano-voce verso il finale è forse l’highlight di questo disco.
È il momento di rallentare con ‘Delirium’, una ballad in cui Simone è protagonista con un cantato meno lirico. La traccia che segue è una potente ‘Internal Warfare’ e il contrasto con la ballad precedente la fa sembrare ancora più dura.
La titletrack ‘Requiem for the Indifferent’, che potrei definire come un pout pourri di musica, sembra quasi un insieme di tanti brani diversi. Inizia in un modo piuttosto esotico, con richiami a terre lontane e con dei riff di banjo; da qui si sposta al tipico sound sinfonico seguito da una ballad, per finire con degli accenni di death metal. Ho trovato questo pezzo forzatamente epico, corale, troppo pomposo e mancante d’identità.
Anima’ fa da interludio a ‘Guilty Demeanor’, un pezzo dai toni dark-epic. Segue ‘Deep Water Horizon’, che inizia come una ballad per poi accelerare gradualmente, mentre ‘Stay The Course’ ha un ritornello decisamente gradevole e orecchiabile. ‘Deter The Tyrant’ scivola via, così come ‘Avalanche’, brano dai toni progressive e simile a ‘Deep Water Horizon’ nel modo in cui viene strutturato. L’ultima traccia dell’album è ‘Serenade Of Self-Destruction’: al primo ascolto mi ha lasciata un po’ scettica, ma dopo il secondo ascolto devo dire che è probabilmente la mia preferita di questo lavoro.  

Globalmente, questo è un disco più heavy dei precedenti, ma anche parecchio sinfonico.  Per il resto, posso dire che non mi ha stupita in maniera né positiva, né negativa e ho trovato quello che mi aspettavo: una band sicuramente matura e con una buona produzione, ma che forza le proprie scelte espressive. Alcuni passaggi sono davvero ricercati, ma senza spontaneità. ‘Requiem For The Indifferent’ mi ha lasciato esattamente così: indifferent“. Forse era questa la reazione che la band voleva dare ai propri ascoltatori e che ha portato alla scelta di questo titolo? Se così fosse, saremmo di fronte a dei geni e, in tal caso, chapeau per gli Epica. Io, invece, non cambio la mia opinione su di loro.

Kiara ‘KiaLae’ Laetitia

Track List:
01. Karma (1:32)
02. Monopoly On Truth (7:11)
03. Storm The Sorrow (5:12)
04. Delirium (6:07)
05. Internal Warfare (5:12)
06. Requiem For The Indifferent (8:34)
07. Anima (1:24)
08. Guilty Demeanor (3:22)
09. Deep Water Horizon (6:32)
10. Stay The Course (4:25)
11. Deter The Tyrant (6:37)
12. Avalanche (6:52)
13. Serenade Of Self-Destruction (9:52)

Line-up:
Simone Simons (Vocals)
Mark Jansen (Guitars, grunts & screams)
Isaac Delahaye (Guitars)
Coen Janssen (Synths and Piano)
Yves Huts (Bass guitar)
Ariën van Weesenbeek (Drums)

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