Recensione: Resta Ribelle

Di Heintz Zaccagnini - 23 Maggio 2020 - 10:48
Resta Ribelle
Etichetta: Tufo Rock
Genere: Hardcore 
Anno: 2020
Nazione:
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80

Per Tufo Rock, con copertina disegnata da Zerocalcare, esce uno split che mette assieme chi ha fatto la storia dell’hardcore italiano e una delle realtà più interessanti della scena HC italiana: terreno comune, l’identità skinhead.

Ne è passata di acqua sotto i ponti da “Nichilistaggio”… i due pezzi dei Nabat sono decisamente lontani da quelli con cui si sono conquistati un posto tutto proprio nella storia dell’hardcore italiano. Il tempo passa, i gusti e gli stili cambiano. Steno e soci producono due anthem, una che ammicca molto allo stile inglese, l’altra un inno skin più in tono con gli ultimi dieci anni di “oi-core”. Non si aggiunge niente alla massiccia storia del gruppo, e quel che traspare è una voglia di essere (skin) e di continuare a divertirsi, anche scrivendo nuovo materiale.

I No More Lies sono un altro discorso. “Hardcore” è qualcosa che da tipo 25 anni, anche in Italia vuol dire principalmente “new school”, anche se di “new” ormai c’è molto poco, visto che è una storia che va avanti da quasi 30 anni: reciso ogni legame con il punk, suoni squadrati e metallizzati, etc etc. E sopratutto uniformità: difficile distinguere un gruppo inglese da uno USA o da uno italiano, in questo campo. Questo sound si è installato anche nella scena italiana, più o meno da Roma in giù e specialmente lungo la costa adriatica. No More Lies, fin dagli esordi, hanno compiuto un’operazione che in un panorama del genere è stata una boccata d’aria fresca: prendere quel suono e ricollegarsi in qualche modo allo spirito dell’hc italiano degli 80, e non solo con il cantato in italiano, i temi, o una cover dei Nabat (sul loro primo LP), ma anche con l’attitudine profondamente skinhead che il Marinaio proietta su tutta la band. La cosa funziona a meraviglia, anche più dal vivo che su vinile. Con i due nuovi pezzi si aggiunge ulteriore varietà al repertorio della band: ‘La tua città’ è un inno con vaghe ascendenze nel sound del Lower East Side, compatto e granitico. Per quel che riguarda l’altro brano, quando il Marinaio canta “Distruggi questo sistema, colpo su colpo” ha qualcosa che a molti altri manca: credibilità. Nel complesso, tra Lower East side e Boston che continuano ad essere occasionalmente punti di riferimento, un altro passo di una band che per me continuerà ad essere da seguire finché terrà fermo il timone sulle coordinate che ha stabilito alla sua nascita.

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