Recensione: Revenge

Di Paolo Beretta - 15 Maggio 2006 - 0:00
Revenge
Band: Iron Fire
Etichetta:
Genere:
Anno: 2006
Nazione:
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68

Quello degli Iron Fire è un album che parla ancor prima di girare nel lettore e che, per questo motivo, mi sono azzardato a comperare “alla cieca”. Non si deve infatti essere esperti per capire il tipo di musica dei danesi. La copertina, che vede un guerriero con tanto di spada in mano e fuoco sullo sfondo (iron e fire), il titolo dell’album (Revenge) e quello di canzoni come Metal Messiah, Ironhead, Fate Of Fire, Brotherhood of the Brave ecc… equivalgono ad una scritta luminosa lampeggiante a caratteri cubitali: Power Metal. Ho acquistato questo cd per sentire una bella scarica di metallo battente privo di qualsiasi innovazione con lo stesso spirito con il quale si va al cinema per vedere un’americanata esagerata, ma ben fatta, di cui si conosce già il finale. Ogni tanto dischi semplici, diretti e per un certo verso banali come questo, servono e possono essere apprezzati. Revenge è il terzo pargolo degli scandinavi. Per 5 lunghi anni gli Iron Fire non hanno potuto mettere a ferro e fuoco il mercato discografico in quanto un’infinita crisi si è imbattuta su di loro portando lo stravolgimento della line up. Dalle pompose righe scritte nel booklet dal singer/leader Martin Steene si evince che ormai quel periodo è dietro alle spalle e la bontà del disco ne dovrebbe essere la prova tangibile: Revenge, appunto.

Il mio giudizio è meno entusiastico ma l’album rimane comunque al di sopra di una sufficienza piena. Il sound nel complesso è coinvolgente, ma ciò che lo penalizza è la struttura troppo simile di alcune song e la lunghezza, talvolta eccessiva, delle stesse che limita il potenziale della tracklist. Tecnicamente non si attestano momenti particolarmente esaltanti: buoni riff pesanti, solos affilati discretamente veloci uniti a ritmi mai troppo sostenuti e alla voce (non eccelsa) che si rifà più all’heavy metal classico che al power (sirena). Il disco è discretamente vario in quanto ci sono canzoni molto muscolari nelle quali le melodie non riescono quasi mai a trovare spazio come Break the Spell, Metal Messiah e Fate of Fire. Ottimi riff impreziosiscono song tirate come Mind Machine, mentre Whirlind of Doom mostra un sound in evoluzione nel break. I momenti più melodici e spendibili si trovano a metà tracklist nella power ballad Savage Poetry, nel sound Hammerfall oriented di Fate of Fire e nell’ottusa Ironhead che rimanda alla mente i Running Wild. Immancabile verso la chiusa del cd il solito lento, non troppo pesante all’ascolto, che risponde al nome Ice-cold Arion.

Riprendendo l’introduzione gli Iron Fire hanno dato alla luce un album assolutamente trasparente, in quanto ci offre esattamente quello che è lecito aspettarsi guardando la copertina e leggendo i titoli dei brani. Un power metal che tra alti e bassi scorre. Prendere o lasciare: un prodotto spendibile solo per defenders che si potranno divertire.

Top Songs: Brotherhood of the Brave, Ironhead, Break The Spell.
Skip Song: Alone In The Dark.

Tracklist:

1. Wings Of Rage
2. Ironhead
3. Metal Messiah
4. Whirlwind Of Doom
5. Savage Prophecy
6. Fate Of Fire
7. Stand As King
8. Brotherhood Of The Brave
9. Alone In The Dark
10. Mind Machine
11. Ice-cold Arion
12. Break The Spell

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