Recensione: Revengeance

Di Andrea Bacigalupo - 1 Settembre 2023 - 8:30
Revengeance
Band: Bio-Cancer
Etichetta: Hammerheart Records
Genere: Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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58

So che è ben radicato nella sua terra, ma non conosco tantissimo il movimento Thrash Metal ellenico. Devo dire, però, che le band post 2000 che ho ascoltato, quali i Suicidal Angel, gli Exarsis, gli Amken ed i Riffobia, ad esempio, hanno tutte la propensione a tirare delle violentissime bordate senza starci troppo a pensare, prendendo essenzialmente esempio dalla matrice teutonica.

Non fanno eccezione gli ateniesi Bio-Cancer, presenti dal 2010 anche se con una discografia relativamente rada, con i primi due album, ‘Ear Piercing Thrash’ e ‘Tormenting the Innocent’ pubblicati tra il 2012 ed il 2015 mentre il terzo Full-Length ben sette anni dopo: ‘Revengeance’, il nuovo episodio, è disponibile dal 1° settembre 2023 via Hammerheart Records.

Che dire, ‘Revengeance’ rimane nei canoni dei lavori precedenti, nel bene e nel male: è un tornado di fuoco e fiamme in cui vorticano note roventi che ti colpiscono una dietro l’altra, la violenza è letale oltre misura e non lascia scampo, i Bio-Cancer continuano ad essere incazzati come faine, ma un po’ troppo però.

Il problema che salta subito all’orecchio è la voce … o meglio il tipo di canto. Lo scream infernale di Lefteris è sì quello di un demone impazzito come se gli avessero pestato i calli (pardon, gli zoccoli) ma è troppo esagerato, in alcuni casi sul filo dal deragliamento con questo continuo urlare a spada tratta che lo porta ad usare quasi sempre gli stessi toni.

Questo, unito a strutture delle canzoni grosso modo sempre analoghe, genera un qual certo tedio e non bastano le molte stratificazioni utilizzate per aumentare la densità della sua voce o le truci controvoci corali che l‘accompagnano a risolvere, anzi, per quanto infernali e malvage, in tanti casi generano un effetto “confusione” che peggiora il risultato.

Sì, sono valide le sezioni musicali: l’intro marziale unito alla melodia prima della devastazione sonora di ‘Citizien … Down!’, l’interludio d’assalto che si trasforma in tristezza finale di ‘44 Days in Hell’, le fughe epiche di chitarra in ‘Dream Merchant’ ad esempio.

Indubbiamente i Bio-Cancer sanno suonare, sono fior di musicisti che sanno comporre e cucire assieme riff assassini, melodie coinvolgenti ed assoli taglienti, con basi ritmiche travolgenti, ma questa cosa di “viulenza!!!” a tutti i costi, sparata a mille all’ora nelle strofe e nei refrain, li fa uscire dal seminato ed alla fine ‘Revengeance’ genera troppo disordine a discapito della sua sonorità.

Tra l’altro, il pezzo “… però! Niente male” è proprio quello con il refrain meno sparato. Non che i Bio-Cancer si mettano a fare i Poison, ma il controllo sonoro di ’44 Days in Hell’, la sua minore smodatezza, la sua quasi orecchiabilità, lo rendono il più trascinante.

Concludendo, da una parte abbiamo una band coesa, genuina e concreta nel non voler scendere a compromessi, dall’altra un album che dimostra come non ci sia stata una grande crescita. Peccato!

Revengeance’ è stato registrato da George Emmanuel presso i Pentagram Studios di Athens (Rotting Christ, Wothrosch, SepticFlesh) ed è stato Mixato e masterizzato da Pete Rutcho ai Damage Studios (Revocation, Havok).

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