Recensione: Rocks for Real [Reissue]

Di Stefano Ricetti - 19 Novembre 2013 - 0:10
Rocks for Real [Reissue]
Band: The Boohoos
Etichetta:
Genere: Hard Rock 
Anno: 2013
Nazione:
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75

La storica Minotauro Records si è ritagliata un posto nella storia del Metallo per lo più italiano in virtù della qualità media delle proprie uscite. Negli anni Ottanta scorgere il famoso logo sul retro di un Lp piuttosto che di una musicassetta equivaleva a farci subito un pensierino, quando ancora esistevano i negozi di dischi nella maggior parte dei centri abitati che quantomeno garantissero un minimo di bacino di utenza. Questo accadeva, ovviamente, per le novità, le band al debutto. Sui già consolidati si metteva mano al portafoglio senza pensarci troppo e si cacciavano le Lire necessarie ad accaparrarsi il prodotto, anche perché, allora, ce lo si poteva permettere, volendo e facendo delle rinunce da altre parti. Non usciva un disco ogni piè spinto, si aveva il tempo di rifiatare e far prendere ossigeno anche al portafoglio. Una volta acquistato il prodotto, difficilmente si rimaneva delusi, sempre se si era fan dell’HM tricolore, anche se, come è comprensibile, qualche colpo a vuoto pure l’etichetta di Marco Melzi l’ha accusato, ma nei termini fisiologici e nulla più.

Oggi una politica del genere risulterebbe quantomeno anacronistica: con l’abbattimento dei costi e l’avvento della tecnologia sul Pc di casa o poco di più la produzione di un qualcosa che fa rumore da riversare sul mercato è molto più semplice di un tempo e l’effetto è sotto gli occhi, e le orecchie, di tutti. Tanta quantità a scapito della qualità, selezione pressoché inesistente ed etichette che talvolta sfornano materiale dalla resa sonora imbarazzante, per usare un eufemismo.

Per quanto attiene l’album oggetto della recensione, è presto detto: il Signor Minotauro in persona ha effettuato un’opera di sondaggio presso vecchie conoscenze e addetti ai lavori dell’hard d’antan fino a che è riuscito a mettere le mani sul master originale di Rocks for Real, album dei The Boohoos uscito nel 1989 in vinile.

Nati a Pesaro a metà anni Ottanta, i Nostri precedentemente al disco oggetto della recensione si imposero  con un mini Lp (The Sun, The Snake and The Hoo) del 1986 e un full length l’anno successivo (Moonshiner), avvalendosi della preziosissima collaborazione di Paul Chain e spaziando fra Punk, Hard e incursioni in stile Stooges/Mc5.     

L’entrata in formazione di pilastri della musica dura italiana quali Erik Lumen (batteria) e Baka Bomb (basso) favorì la sterzata del gruppo verso lidi musicali molto in voga al di là dell’oceano. Rocks for Real risulta infatti un coacervo di Street Hard Rock che non disdegna di fare l’occhiolino al Blues di classe (For Absent Friends è da urlo!). Ai Nostri manca la cattiveria metallica degli L.A. Guns, campioni di un certo modo di fare musica dura senza scontentare gli ultras della melodia olezzante di Whiskey ma se la cavano alla grande nei passaggi meno intensi, Soldier of Fortune docet. I “piangina” di Pesaro, insomma, giocano a fare gli americani e lo fanno dignitosamente, basti pensare che Dave Rynolds di Kerrang!, uno che di certo non vedeva di buon occhio le band italiane, affibbiò addirittura quattro “K” all’album, fra una stroncatura e l’altra di altri gruppi provenienti dallo Stivale. L’edizione Minotauro, nel cartonato interno ripropone proprio le parole del giornalista inglese – su di un lato – mentre sull’altro campeggia lo scritto del nostrano Beppe Riva. Rocks for Real si chiude con la cover di Suffragette City di David Bowie, eseguita dal vivo in studio. 

Impeccabile, oltreché arrapante, al solito, il packaging confezionato da Melzi: oltre al sopramenzionato inserto con le due recensioni, l’uscita si completa con una confezione apribile in cartonato massiccio, un ulteriore cartoncino con le foto dei vari membri della band in pose differenti, un poster 23,5 cm x 23,5 cm con l’intera sequenza degli scatti sexy con la bella pin-up Estrelita che hanno poi portato all’immagine di copertina e, per finire in bellezza, la costina esterna che fa tanto Ellepì.

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti     

 

 

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