Recensione: Sacred

Di Fabio Vellata - 29 Luglio 2007 - 0:00
Sacred
Band: The Ladder
Etichetta:
Genere:
Anno: 2007
Nazione:
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71

Giunti al secondo platter, i The Ladder sono uno dei tanti progetti partoriti dalla poliedrica personalità del grande singer britannico Steve Overland, meglio conosciuto per i trascorsi con i leggendari e seminali FM ed attualmente considerato come una delle maggiori influenze per un buon numero di vocalists attivi in campo AOR.

‘Sacred’ doppia, a distanza di tre anni, il precedente ‘Future Miracles’ (le cui iniziali “FM” erano un’evidente indicazione dello stile musicale offerto dal disco), proponendo un paio di novità, qualche buona canzone di rock melodico e, al solito, una prestazione maiuscola ed impeccabile da parte di Overland, come sempre in grado di fornire un grande saggio di bravura e capacità interpretativa.
Sostituito Vinny Burns con Gerhard Pichler, chitarrista austriaco di classe e sostanza (che qualcuno ricorderà nei Melodica), le news di maggiore rilievo vanno in ogni caso ad interessare il lato più propriamente musicale del disco.
Sostanziali, infatti, le differenze in termini di attitudine e stile: approccio più “attuale” ed al passo con i tempi, assimilabile alle correnti più recenti del settore, e suoni notevolmente più rotondi e robusti, sono le coordinate che vanno a creare le basi per un nucleo di brani del tutto inediti (‘Future Miracles’ era invece una sorta di raccolta di pezzi scartati e mai incisi dagli FM) e vicini al modern rock di Harem Scarem e Last Autumn’s Dream, ultramelodici, cromatissimi ed iperprodotti, ma mai al punto da risultare artefatti o alieni al classico feeling tipico dell’AOR più morbido ed elegante.

Brillanti esempi di questa interessante commistione di vecchio e nuovo, sono canzoni come la titletrack ‘Sacred’ arricchita da massicce chitarre “down tuned“, ‘All Of My Life’, dotata di una base simil – elettronica su cui si ergono un interessante lavoro chitarristico e la bella voce di Overland, la brillante ‘Run To You’, vicina ai Boston nel ritornello ed il blues “tecnologico” di ‘Mean Streets’, assaggi di un disco che pur strizzando l’occhio alle novità ed alle nuove correnti non dimentica il passato, miscelando componenti di entrambi gli stili con risultati a volte sorprendentemente piacevoli (le chitarre acustiche accompagnate da suoni elettronici e basi campionate della conclusiva ‘Abandoned’, ne sono una prova lampante).

Ottimi passi avanti dunque in termini di personalità e diversificazione della proposta, con netto miglioramento rispetto al primo disco ed interessanti risultati artistici racchiusi in un album di buona levatura e discreto fascino.
Inutile rilevare come gli oppositori della “modernizzazione” dei suoni non avranno di che gioire, ‘Sacred’ è in ogni modo un’ottima prova di classe ed eleganza che ha dalla sua la capacità di esercitare una buona attrattiva nei confronti dei fruitori di rock melodico più aperti e desiderosi di soluzioni nuove ed al passo con i tempi.

Chiunque si identifichi in questa descrizione quindi, prenda senza troppe remore in considerazione l’acquisto: ne resterà di certo soddisfatto.

Tracklist :

01. Body & Soul
02. Sacred
03. Something To Believe In
04. All Of My Life
05. Believe In Me
06. Run To You
07. Here I Am
08. Sea Of Love
09. Make A Wish
10. Mean Streets
11. Abandoned

Line Up:

Steve Overland – Voce
Gerhard Pichler – Chitarra
Pete Jupp – Basso
Bob Skeat – Batteria

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