Recensione: Siedge of darkness

Di Claudio Casero - 3 Maggio 2005 - 0:00
Siedge of darkness
Band: Minas Morgul
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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I Minas Morgul, duo composto da Oblivion (voce), già cantante dei Forgotten Lore e Jacopo Teodori (chitarra, tastiera e basso), gia cantante e chitarrista degli Eligor, ci presentano questo “Siedge of darkness”, un demo di black metal old style.

Dopo un breve intro strumentale si parte con “Emptiness av bak” un brano iperveloce e potente in cui lo screma di Oblivion la fa da padrona aggiungendo varietà ad una canzone che di per sé risulta essere alquanto monotona e noiosa; i riff di chitarra infatti sono sempre uguali soprattutto per quanto riguarda le parti più lente che sembrano non finire mai.
Si prosegue con “Minas Morgul” canzone per la quale il discorso non cambia, parti di drum machine velocissime senza alcun cambio di tempo e parti di chitarra lamentose e tutte uguali. Molto più interessante in questo caso risultano essere sia le parti di tastiera che la voce che viene modellata e cambia intonazione molto di frequente convincendo molto di più l’ascoltatore soprattutto nelle parti meno urlate. L’atmosfera creata da questo brano è decisamente migliore del precedente dal momento che il gruppo è riuscito a creare una discreta aura di mistero che perdura durante tutta la durata della canzone.
La successiva “Mitt bejaer oppfylt” basa la sua bellezza sull’atmosfera cupa e occulta accostando suoni di chitarra domo a parti di batteria black; la buona varietà di stili vocali di Oblivion rende interessante il brano passando da momenti riflessivi caratterizzati da un cantato sussurrato che mette una certa inquietudine a parti più squisitamente black con l’utilizzo di un cantato cadenzato e potente.
Il demo si conclude con “Alene”, un brano decisamente diverso dai precedenti in cui la lentezza è la parte principale; il cantato diventa narrato e le chitarre producono suoni quasi strazianti aiutate da una tastiera che rende ancora più cupo l’intera canzone.

In conclusione questi Minas Morgul convincono poco non tanto dal punto di vista strumentale quanto per quel che riguarda le idee compositive. Alcune parti sono troppo ripetitive e di certo l’utilizzo di una drum machine non aiuta il duo a convincere l’ascoltatore. Ci sono buoni spunti soprattutto negli ultimi due brani ma devono essere maggiormente sviluppati e curati.

TRACKLIST:
1. Hymne til det mork skog
2. Emptiness av bak
3. Minas Morgul
4. Mitt bejgaer oppfylt
5. Alene

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