Recensione: Silent Faces

Di Eugenio Giordano - 10 Marzo 2004 - 0:00
Silent Faces
Band: InnerWish
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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63

I greci InnerWish sono attivi da diversi anni e hanno alle spalle un disco di debutto intitolato “Waiting for the dawn” e uno split cd condiviso con i compatrioti Reflection. La band greca è autrice di un potente heavy metal dalle tinte epiche e potenti, con questo secondo “Silent faces” la band è entrata nel rooster della tedesca Lmp Music che certamente riuscirà a garantire loro una maggiore sponsorizzazione e un miglior supporto nella scena europea.

Avevamo lasciato gli InnerWish alle prese con gravi problemi di line-up che hanno portato a una vera e propria rivoluzione all’interno della band, questo processo non ha intaccato lo spirito ortodosso della band e in questa nuova veste gli InnerWish incarnano con ancor maggiore enfasi la causa dell’heavy metal epico. In generale i nostri greci hanno migliorato sotto tutti i profili, le canzoni sono meglio arrangiate, più ambiziose sotto il profilo compositivo e sicuramente più graffianti. L’esecuzione del gruppo, penalizzata in passato da una produzione abbastanza artigianale, si dimostra potente e dinamica in questo nuovo episodio discografico. Senza dubbio “Silent faces” è un disco prodotto con la massima professionalità e certamente si tratta di un platter molto competitivo rispetto all’ottica attuale delle produzioni europee. Rispetto al passato la band ha approfondito meglio la sua identità artistica, il metal degli InnerWish non appartiene al trend attuale del power metal, ma si ispira ai canoni classici cercando di elaborarli in maniera personale e convincente. Senza dubbio gli InnerWish potrebbero venire accostati ai Warlord oppure ai Lordian Guard sia per l’attitudine epica delle composizioni ma anche per il gusto melodico delle loro canzoni. Indubbiamente questo “Silent faces” è un disco fruibile sebbene ogni canzone del gruppo riveli una struttura ambiziosa ed elaborata, non aspettatevi melodie di facile presa oppure soluzioni ritmiche semplici, nella musica degli InnerWish si fondono tecnica e ispirazione senza che nessuno dei due aspetti eclissi l’altro.

Già dalla prima “Dancer of the storm” si comprende la reale potenzialità della band greca e il suo talento innegabile, il brano si sviluppa tra strofe dinamiche e crescenti alternate con sapienza a ritornelli coinvolgenti ed eleganti. La successiva “Hold me tight” richiama le chitarre soliste dei Maiden che furono e si snoda tra atmosfere vagamente minori, la band graca mostra una preparazione strumentale assolutamente invidiabile. Ogni brano di questo “Silent faces” possiede un deciso appeal live, certo alcune canzoni vanno ascoltate più volte per essere apprezzate in pieno, credo che questo tipo di composizioni si addicano molto bene a coloro che amano il metal epico composto con classe e intelligenza. Ambiziosa e articolata “If I could turn back time” ha un refrain personale e molto ricercato però non perde il suo tiro, in questo caso emerge nettamente l’atmosfera oscura e leggermente triste della musica degli InnerWish, una caratteristica che contribuisce a identificare meglio la band rispetto al resto della scena europea. Con “Midnight call” gli InnerWish spingono su tempi più dinamici, guardandosi bene dallo sconfinare nel power metal, il gruppo realizza una canzone potente ispirata. Il gruppo greco si avvicina allo stile compositivo dei Virgin Steele “A marriage of heaven and helle II” riuscendo a fondere melodie intelligenti a strofe dal chiaro intento epico in una canzone come “Hold on”. La title track si dimostra molto più ambiziosa e elaborata rispetto alle precedenti, qui la band gioca con la sezione ritmica costruendo un’atmosfera oscura e avvolgente, innegabilmente efficace. C’è un salto nel passato, ai tempi dello split cd, infatti “Dreadful signs” era già stata proposta in precedenza dalla band greca, la canzone si addice comunque al mood del disco continuando a mantenere alto il tiro del platter.  Più semplice ma non meno interessante “Set me free” si affida a una architettura compositiva veramente articolata e ambiziosa, peccato per un ritornello un poco ripetitivo che comunque non altera la riuscita del brano. Molto bella e più fluida “Riding on the wind” si dimostra una delle migliori canzoni del disco e senza dubbio possiede una attitudine live spiccata che la rende fruibile nel raggio di pochi passaggi. Il disco si conclude con “Realms of tomorrow” che già compariva sullo split cd di cui parlavo prima.

In conclusione questo nuovo disco degli InnerWish è un prodotto assolutamente interessante e piacevole, senza ombra di dubbio è un lavoro indirizzato a chi ama il metal epico e credo non deluderà i supporter della scena classica. Vi consiglio di ascoltare con attenzione il disco e di tenere conto delle mie parole quando lo troverete nei negozi.   

Tracklist:
1 Dancer of the storm
2 Hold me tight
3 If I could turn back time
4 Midnight call
5 Hold on
6 Silent faces
7 Dreadful signs
8 Set me free
9 Riding on the wind
10 Realms of tomorrow
 

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