Recensione: Songs in silence

Di Paolo Beretta - 8 Novembre 2002 - 0:00
Songs in silence
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Anno: 2002
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76

Quattro anni. In questo breve lasso di tempo i Sonata Arctica sono riusciti a imporsi nel mondo power melodico europeo. Con  Ecliptica sono riusciti a farsi  conoscere e con l’ottimo Silence sono stati consacrati, mostrando maturità e qualità compositive inaspettate. Adesso è uscito Songs in silence, disco live molto interessante, che ci può dare, insieme ai due lavori precedenti, una visione più completa del gruppo. Molto spesso infatti le giovani band, nelle esibizioni dal vivo non riescono a convincere come nei lavori registrati in studio. Per fare un buon concerto serve esperienza, bisogna saper alternare sapientemente le canzoni e non strafare.

Altro punto fondamentale per la riuscita di un live è la scelta dell’opener che deve essere appropriata. I Sonata sbagliano proprio questo cominciando Songs in Silence con Web allergy, canzone che viene rovinata dalla voce ( ancora fredda ) a singhiozzo di Kakko. Devo comunque fare i complimenti a Tony che riesce nonostante la partenza falsa a riprendere con caparbietà il bandolo della matassa. Migliora infatti con Kingdom for a heart, traccia veloce ma priva di parti vocali importanti e, dal grandioso lento Sing in silence non sbaglierà più nulla, diventando invece travolgente nella parte finale del disco. Questo prosegue con False news travel fast, canzone nella quale spicca il break centrale che rende al massimo nella sede live. Giustamente i Sonata Arctica lasciano lo spazio ad un altro lento tratto da Silence: Last dropp falls. Ottime le atmosfere tristi mentre l’apice della traccia è rappresentato dal coro nel quale Tony libera totalmente la sua voce. Respect the wilderness era una bonus track dell’ ultimo concept nella versione giapponese. Canzone velocissima nella quale il protagonista assoluto è Harkin, che ben si destreggia con i suoi assoli di tastiera. Segue il lotto composto dalle song più belle del disco, suonate in maniera impeccabile. In Fullmoon il pubblico nipponico si scatena nel coro stupendo da cantare a squarciagola ( run away, run away ). The end of this chapter, la mia canzone preferita dei Sonata, è bellissima e originale. Un piccolo capolavoro che purtroppo è stato ingiustamente accorciato di un paio di minuti rispetto alla versione originale. Segue il duo tratto da Ecliptica formato da  Replica e My land. La prima garantisce melodie fantastiche e molto curate, mentre la seconda diventa trascinante grazie a Kakko che da qui in poi ci mette del suo nell’ interpretazione (più potente) dei pezzi. Sullo stesso livello qualitativo chiudono l’ album la velocissima e appasionante Black sheep e l’ottima Wolf & Raven. Canzone più potente rispetto al sound tipico dei Sonata che non lascia scampo per l’immediatezza delle melodie. 

Songs in silence conferma quanto di buono i Sonata hanno mostrato nei due concept precedenti. Prime due canzoni a parte, buona la prestazione di Kakko, ineccepibile quella di Liimatainen (preciso nei riff e veloce negli assoli). Ottimo anche Harkin (mancherà al gruppo) impegnatissimo nei suoi immancabili assoli, preciso Portimo, mentre è stato un po’ deludente Paasikoski in quanto poco presente nelle canzoni e non sempre perfetto. Se non conoscete i Sonata Arctica, e vi piace il power metal melodico, Songs in silence fa al caso vostro perchè vi offre la possibilità di ascoltare tutte (o quasi) le canzoni migliori della band finlandese.

INTRO / WEB ALLERGY / KINGDOM FOR A HEART / SING IN SILENCE / FALSE NEWS TRAVEL FAST / LAST DROPP FALLS / RESPECT THE WILDERNESS / FULLMOON / END OF THIS CHAPTER / REPLICA / MY LAND / BLACK SHEEP / WOLF & RAVEN.

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