Recensione: Spiritual Exodus

Di Andrea Bacigalupo - 27 Settembre 2023 - 23:27
Spiritual Exodus
Etichetta: Doomentia Records
Genere: Thrash 
Anno: 2023
Nazione:
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72

Ritengo che sia quasi impossibile stabilire, con precisione, a che punto è oggi la scena Thrash globale. Accidenti … come si fa … solo l’anno scorso sono stati pubblicati oltre 8.000 album Heavy Metal!

Sinceramente non mi sono messo a contarli, ma se ipotizziamo che gli appartenenti al genere del “battere e percuotere” (che è suonato in tutto il mondo, “isole comprese”) coprano una percentuale pari al 10% del totale vorrebbe dire che neanche sentendo due dischi diversi al giorno per tutto l’anno, incluso week end e feste comandate, si riuscirebbe ad ascoltarli tutti.

Personalmente, di media, come nuove uscite, in un anno ascolto meno del 10% del 10% di cui sopra per cui non sono di certo in grado di confermare quale sia, al giorno d’oggi, la maggiore tendenza: seguire l’Old School anni ’80? Oppure il filone post Thrash anni ’90 o quei flussi ibridi tipo il Black/Thrash od il Death/Thrash? Ed ancora, quanta voglia c’è ancora di sperimentare con contaminazioni più moderne tipo il Metalcore o di rischiare a proporre cose nuove?

Analizzando gli ascolti dei miei ultimi anni, che sono relativamente casuali, i gruppi emergenti, indipendentemente dall’età dei musicisti, tendono maggiormente a lasciarsi ispirare dai vecchi leoni che questo genere lo hanno inventato: Metallica, Slayer, Megadeth, Exodus e Testament in testa, molti dei quali andando giù a spada tratta senza neanche provare a metterci qualcosa di proprio.

Anche gli argomenti sono, di massima, rimasti gli stessi: soprattutto aspra critica sociale nei confronti di Chiesa e politica e timore della fine del mondo (prima c’era essenzialmente la paura dell’esplosione nucleare, ora anche che si diffonda, o venga diffuso, un virus o qualche altra sostanza chimica, solitamente di colore verde, mortalmente inquinante, ma, di fondo, la visione di un futuro devastato da qualche cazzata dell’uomo ispira ancora parecchio) anche se c’è un aumento d’interesse verso temi più attuali, anche introspettivi, come la salute mentale o la dipendenza dai media e dalla tecnologia.

Si può quindi parlare di scena, al massimo di movimento, ma non di ondata, termine che si riferisce più che altro ad un qualcosa che si evolve velocemente e con fragore. Il nostro è, essenzialmente, un periodo conservativo, dove aspettiamo ancora l’uscita discografica di una delle band di cui sopra o speriamo che si riformino gli Slayer, mettendo in second’ordine tante giovani band che, devo dire, a volte ci si collocano anche da sole perché non propongono nulla di nuovo (“Se devo ascoltare una band che suona come i Destruction, allora ascolto i Destruction” … quante volte lo abbiamo sentito dire …).

Gli Exorcizphobia sono tra queste.

Band nata nel 2005 a Trutnov, Repubblica Ceca, dalla formazione relativamente altalenante (di originario c’è rimasto solo il chitarrista cantante Tomáš Skořepa), ha sulle spalle una rada discografia composta da tre album più questo nuovo ‘Spiritual Exodus’, disponibile dal 22 settembre 2023 via Doomentia Records.

 

Sulla scia del precedente e valido ‘Digitotality’ del 2020, ‘Spiritual Exodus’ fa detonare un Thrash Metal che pesca a piene mani dal lavoro di Anthrax, Metallica ed anche SDI, per cui essenzialmente orientato al sound della Bay Area (considerando che anche il gruppo tedesco di ‘Sign of the Wicked’ guarda oltreoceano).

Assolutamente nulla di nuovo, queste ispirazioni vengono addirittura amplificate dalla voce di Tomáš, che, a seconda dei pezzi, prende inflessione da Joey Belladonna, James Hetfield o Reinhard Kruse.

… Ed anche da una buona parte degli assoli! Belin, ci manca giusto l’uso del wah wah, senza contare che, nella strumentale ‘Tiwanaku’ sembra che siano alla ricerca della loro ‘Orion’.

Troppo! Dire che gli Exorcizphobia sono dei cloni è esagerato, il songwriting non è proprio un ricalco, ogni tanto esce qualche chitarra virante al Black Metal, ad esempio, però le influenze sono, di fatto, esagerate e questo fa perdere un po’ di valore ai musicisti che, comunque, son bravi ed anche affiatati, direi, percependo il buon lavoro di squadra.

Comunque, alla fine, ‘Spiritual Exodus’ è un bel disco, composto da pezzi granitici e carichi della giusta ed insana adrenalina.

Il sound è potente e compatto, piacevolmente ruvido, ricco di begli assalti frontali e colpi di scure … molto da palco devo dire, con una bella variabilità ritmica.

Non manca niente: la velocità smodata e sfrontata di ‘Violence and War’, l’epicità della più orecchiabile ‘Reflections’ (il singolo che non può mancare), la potenza martellante di ‘Down the Rabbit Hole’, la marzialità di ‘Those Who Oppose’, senza contare la tecnica incisiva e coinvolgente che dimostra la già citata ‘Tiwanaku’.

C’è anche il brano che non piace: ‘Ring-Pass Not’ non è fantastica, però sottolinea che questa band, di fatto, è genuina. Se solo evidenziasse un po’ di più la sua personalità … forse riuscirebbe ad emergere dal mare dei più.

Concludendo, ‘Spiritual Exodus’ è un album che si può ascoltare senza però fare troppi paragoni, lasciandolo scorrere assorbendone i ritmi e gli Exorcizphobia sono indubbiamente da tenere d’occhio. Non guasterebbe un po’ più di originalità … chissà, magari con il prossimo lavoro … aspettiamo!

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