Recensione: Summoner’ Sign

Di Matteo Bovio - 4 Luglio 2002 - 0:00
Summoner’ Sign
Band: Summoner
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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40

Non sono assolutamente soddisfatto di questo Summoner’ Sign, anzi. Un lavoro formalmente quasi impeccabile e del tutto professionale, ma che dietro questa facciata nasconde una pochezza di idee terrificante. La parola d’ordine di questo Cd è “già sentito”: suoni già sentiti, soluzioni sinfoniche già sentite, atmosfere già sentite… I Summoner provano a propinarci l’ennesimo album di Black sinfonico in stile Cradle Of Filth – Dimmu Borbir, come dice la loro stessa biografia; non sono un amante delle due band, ma in qualunque caso non vengono colti nè la teatralità dei primi nè la freddezza dei secondi.

Altra pecca del Mcd è a livello sonoro: troppe, veramente troppe, sono le tastiere presenti, al punto da farci quasi dimenticare che siamo di fronte ad un album di Black metal. Il ruolo delle chitarre rimane praticamente marginale ed ininfluente, e le poche volte che sembrano emergere veramente lo fanno in malomodo. Per completare l’opera ci mancavano solo le inserzioni dall’amaro sapore neo-classico, che non riescono a risvegliare l’attenzione e fanno pensare il più delle volte ad una soluzione di comodo. Nella biografia viene citata anche l’influenza dei Children Of Bodom, riscontrabile effettivamente in alcune linee tastieristiche, ma per il resto siamo veramente su un altro pianeta.

Mi spiace ma non vedo futuro per una proposta di questo tipo, soprattutto in considerazione del fatto che un gruppo italiano non può tutt’oggi permettersi di emergere se non dimostra di avere una grande personalità. I Summoner sembra che trovino piacere nel nascondersi all’ombra di nomi più grandi, ma questo è un atteggiamento assolutamente inconcludente in vista di una possibile uscita per il grande pubblico. Lo stesso concept discusso sembra essere trattato in maniera vergognosamente pacchiana, cosa che oramai fa storcere il naso bene o male a tutti.

Sebbene l’etichetta “Black sinfonico” oggi sia vista come un tabù, di gruppi validi ce ne sono; ma per esserlo occorre arrischiarsi a cercare soluzioni personali oppure dimostrare un ingegno in fase compositiva fuori dal comune. Summoner’ Sign rimane nel sentiero tracciato dai grandi nomi, senza riuscire in alcun modo ad emergere e farsi notare. Mi spiace sul serio, ma così non va.
Matteo Bovio

Tracklist
01. The Maskplague
02. Tears I’ve Shed
03. Summoner’ Sign
04. Vicious Fruit

Contatti
Mae Productions
v. Conte P. Taverna 58
20050 Triuggio (Mi)
mae_productions@hotmail.com

Summoner Official Webpage
info@summonersite.com

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