Recensione: Supreme Gift

Di Andrea Bacigalupo - 1 Gennaio 2022 - 18:58
Supreme Gift
Etichetta: WormHoleDeath
Genere: Thrash 
Anno: 2021
Nazione:
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70

Dopo quasi undici anni di silenzio discografico tornano i giapponesi Shady Glimpse con ‘Supreme Gift’, nuovo album disponibile dal 9 novembre 2021, via Wormholedeath.

Grosse novità non ce ne sono: il combo continua a restare essenzialmente legato alla formula del precedente ‘Thrash Refrain / Splash Ref: Rain’ del 2010 esprimendo un folle Thrash / Punk / Crossover, spezzato da frammentari innesti melodici di varia estrazione, pescando anche dalle sonorità derivative che si sono evolute negli anni ’90 per cercare di trasformarlo e mantenerlo vivo.

Il risultato è una sommatoria di cliché posti in rapida sequenza, uno dietro l’altro senza soluzione di continuità. E’ un disordine che disturba e potrebbe generare della confusione se non fosse che, in ‘Supreme Gift’, tutto è ottimamente legato dallo stile personale del chitarrista Shinya Sakai e dalla voce caustica di Yuichi Takei, cantante aggressivo che, probabilmente, si protegge la gola dalle intemperie invernali con rotoli di carta vetro al posto della sciarpa.

Quello degli Shady Glimpse è un mondo caleidoscopico e violento al quale si accede attraverso il valzer allucinogeno dell’intro strumentale ‘The New World’.

Una volta entrati si viene percossi da botte come ‘DIOVig-C’, la cui scansione ‘strofe feroci – refrain melodico’, di taglio ‘commerciale’, ci riporta ad un certo metalcore degli anni ’90.

E poi si continua ad essere pestati da pezzi come ‘S.S.D – System Shakedown’, un tirato Rock‘N’ Roll d’assalto, o ‘Solar & Green’, che sta all’incrocio tra Thrash, Punk ed Hevy Metal classico.

Killing After Midnight’ tende al Groove Metal, ‘Shocking!’ è un esplosione di vivo Punk ‘N’ Roll e ‘Silver & Gold’ è un epico Heavy Metal, con agli estremi l’insania del grind.

Ed ancora: ‘Route 56’ è un bell’assolo melodico accompagnato dalla chitarra acustica che stempera, per un attimo, il tutto … la quiete tra due tempeste, ‘Liar’s Desire’ è allacciata alla Vecchia Scuola, ‘Straway To Stupid’ è un dannato Punk ‘N’ Roll mentre ‘One Night Magician’ e ‘H8 I’m D1’ sono due pezzi di potente Alternative e la conclusiva ‘G.G. Blues’ è, appunto, un blues dal sapore antico.

Insomma, ‘Supreme Gift’, nell’essere ferocemente eclettico e caotico, porta gradevolmente alla pazzia. Qualche passaggio è un po’ ostico, non tutto è fluido e scorrevole e, come si è già detto, si tratta di un album composto da tanti cliché, senza novità al suo interno. Nonostante questo, viene fuori con prepotenza la violenta vivacità di una band che vuole farsi ascoltare e che merita di essere ascoltata. Attendiamo il prossimo lavoro.

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