Recensione: Tales From The North

Di Manuel Gregorin - 26 Settembre 2023 - 18:30
Tales From The North
Band: Bloodbound
Etichetta: AFM Records
Genere: Power 
Anno: 2023
Nazione:
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72

Nono album in studio per i Bloodbound, formazione attiva da ormai ben sedici anni. A due anni dal precedente Creatures Of The Dark Realm, i power metaller svedesi tornano sul mercato con il nuovo platter Tales From The North. Edito da AFM Records, questo nuovo lavoro è stato prodotto dalla band stessa. Il tutto poi è stato sottoposto alla fase del mixaggio presso i Black Lounge Studios in Svezia dalla mano esperta di Jonas Kjellgren (Amorphis, Overkill, Sabaton).
Per la copertina, ci si è affidati alla matita di Péter Sallai, già distintosi con gli artwork di Hammerfall, Powerwolf ed Hammer King.

Come lascia intuire il titolo, Tales From The North è una sorta di concept sull’epoca vichinga. Forse per la necessità della band di riscoprire le radici della propria terra, o magari solo per cavalcare il trend del momento (ed anche se fosse così, in fondo non c’è niente di male), di fatto le vicende degli antichi popoli normanni sono il filo conduttore di questo nuovo lavoro dei Bloodbound.

Dopo un intro acustico si parte con il power melodico dai toni epici della title track. Visto il filo conduttore di questo nuovo album, rispetto ai lavori precedenti, per Tales From The North i Bloodbound hanno scelto di appoggiarsi maggiormente a sonorità folk ed epiche dal tono guerriero.
Odin’s Prayer è un power di scuola europea in salsa epica, così come The Raven’s Cry dove fanno capolinea anche degli innesti folkloristici.
Dopo un inizio dal sapore vagamente sympho, Mimir’s Crystal Eye si assesta sui soliti territori power già ampiamente battuti in lungo e in largo in questo disco.
Il mid tempo Stake My Claims è una marcia dai toni eroici. Sword And Axe è tipico pezzo veloce con melodie gloriose e cori pomposi per la gioia di tutti gli amanti del genere.
Non mancano anche riferimenti ad altri colleghi: Between The Enemy Lines è un pezzo che strizza l’occhio ai Battle Beast con melodie accattivanti ed un ritornello che, per quanto sappia di già sentito, fà comunque centro. Land Of Heroes è una speed song con doppia cassa martellante e qualche richiamo sia ai Freedom Call, che ai Rhapsody Of Fire per quanto riguarda l’assolo.

Per stare in tema con le saghe vichinghe, non poteva certo mancare un inno alcolico come Drink With The Gods, un mix tra metal, folk e coretti da osteria da cantare davanti ad un boccale di birra o idromele.
Ancora velocità rompicollo per Sail Among The Dead, con doppia cassa e melodie accattivanti a dominare la scena.
In conclusione, non a caso 1066, pezzo che fà riferimento a quella che è considerata la fine dell’epoca vichinga avvenuta proprio in quell’anno con la Battaglia di Stamford Bridge.

Disco come da copione per i Bloodbound, che non si discosta di un millimetro dal solco tracciato con gli album precedenti. Pur essendo un lavoro soddisfacente resta di qualche spanna inferiore al precedente Cratures Of The Dark Realm. In quel caso senza inventare niente di particolarmente originale, il combo svedese riusciva, con una manciata di canzoni indovinate, a confezionare un piccolo gioiellino. Tales From The North pur raggiungendo la sufficienza, manca di quel guizzo di genio o di quell’idea vincente che lo faccia emergere.
Sicuramente rimane un disco che merita comunque qualche ascolto e che potrà accontentare gli estimatori del genere power.
Un prodotto nella norma, niente di eccezionale ma che riesce ad essere comunque apprezzabile.

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