Recensione: Tales of Ancient Prophecies

Di Luca Montini - 11 Agosto 2015 - 0:30
Tales of Ancient Prophecies
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2014
Nazione:
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75

For the power of the ancient force
Stars are shining
Riding on the winds of light
Twilight force!

 

Non è necessario particolare impegno per redigere un discreto vademecum per una band intenzionata ad addentrarsi nel variopinto mondo del power metal. Il drago in copertina, ad esempio, è un must. Poi ci vogliono delle liriche che parlino… di draghi, ad esempio. Ma anche di elfi e di nani, di spade valorose, di saggezze immortali, di fuoco e di acciaio, di re opulenti, di foreste incantate, di venti impetuosi e di gelidi inverni, di orizzonti crepuscolari e di poteri antichi. Da un punto di vista musicale, poi bisogna riprendere temi, scale e melodie medievaleggianti, magari con un’iniezione di batteria e power chord, voce su tonalità eteree e cori nel ritornello per poi piazzare il turbo-assolo neoclassico. Ancora meglio sarebbe se i membri della band si travestissero come i personaggi narrati nelle loro avventurose storie, per far felici gli amici cosplayer e gli astanti in sede live. Ma soprattutto, per presentarsi come impavidi guerrieri al cospetto degli immortali re del power metal, bisogna avere coraggio.
Coraggio di affrontare tutti i cliché, senza paura. Come gli svedesi Twilight Force, che con il loro debut “Tales of Ancient Prophecies” riescono da un lato a rispettare con religiosa attenzione tutti gli stilemi del genere di riferimento, senza discostarsi di una virgola da quanto proposto dai giganti del power dagli anni ’90 ad oggi, convincendo d’altro canto con un imprevedibile disco di una vivacità e di una simpatia davvero fuori dal comune… ehr… dal feudo. 

Annoverato almeno dal sottoscritto come il miglior debut del genere nell’anno 2014, “Tales of Ancient Prophecies” riesce infatti nella non facile impresa di inventare meno di nulla ma al contempo di divertire ed incantare come solo le favole degli anni dell’infanzia – o come i primi dischi che diedero vita al power di matrice fantasy. Un po’ quello che hanno fatto i Freedom Call nello stesso anno con “Beyond”.
Eccoli poi comparire dinanzi a noi, i Twilight Force, in quel di Bologna, sullo stesso palco proprio dei Freedom Call nella serata memorabile con i Sonata Arctica  di Ecliptica dell’undici maggio 2015: inaspettati come un po’ tutte le cose divertenti della vita, li vedi salire sul palco con quei costumi bizzarri, regalando ai presenti uno spettacolo a dir poco funambolico.

Ma che dire del disco? Invero non molto, visto che c’è davvero poco da aggiungere e molto da ascoltare e riascoltare, a patto che si riesca ancora, nell’era del postmodernismo e dell’originalità-a-tutti-i-costi, a sopportare quest’epica quanto ormai abusata forma pura del metallo. Del resto, serve davvero dire che in “Enchanted Dragon Wisdom” ci sono quei cori tipici dei Rhapsody, il solo incrociato tra chitarra e tastiera, il ritornello che in crescendo raggiunge tonalità altissime, e che la successiva “The Power of the Ancient Force” continua a trascinare con il carisma di un dittico stile “Emerald Sword” -“Wisdom of the Kings”? Non credo. Si, tranquilli, c’è anche il mid-tempo “Made of Steel”. Menzione di merito anche per la magica Forest of Destiny e la solenne Gates of Glory”. Si segnala la presenza di due ospiti al microfono, entrambi connazionali: Kerry Leckermo (ex-H.E.A.T.) in Fall Of The Eternal Winter e Joakim Brodén dei Sabaton in ben tre brani: il già citato dittico di apertura Enchanted Dragon of Wisdom” – “The Power of the Ancient Force” e “Gates of Glory. Prima ancora di snocciolare l’ormai ben noto lessico dei titoli, in effetti, forse bastava guardare la copertina per attingere, tramite intuizione intellettuale, tutto quello che c’era da sapere sul contenuto poweroso del platter.
Unico fatto davvero inedito ma immensamente piacevole: la durata. Sette brani di elevatissima caratura più intermezzi narrati-o-quasi (un po’ bruttini, in verità, in quanto a qualità etilica della recitazione…) per un totale di soli trentasei minuti. Davvero svedesi, questi Twilight Force: c’è solo quello che ci dev’essere, e tutto funziona senza intoppi di sorta. 

Grande fiducia è riposta dalle terre incantate in questi indomiti, giovani eroi e nella loro saga, nella speranza che tra un’avventura e l’altra i Twilight force tornino per un nuovo show al fulmicotone in terra italica!
 

 

Luca “Montsteen” Montini

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