Recensione: The Aftermath

Di Marco Donè - 22 Maggio 2014 - 8:00
The Aftermath
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
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72

Continua il percorso di appesantimento del sound per gli storici power metaller francesi Nightmare. Una band che è sempre rimasta a cavallo su quella sottile linea di confine tra underground ed il novero dei nomi che contano. Dal loro ritorno sulle scene, avvenuto nel 1999, hanno portato avanti un percorso che può esser accomunato a quello dei compianti Nocturnal Rites, ovvero mescolare le melodie heavy/power tipicamente europee ad un impatto tipicamente americano. Così, a due anni di distanza dall’altalenante “The Burden Of God”, esce, via AFM, il nuovo “The Aftermath”.

Il nuovo disco presenta un suono estremamente moderno che ben si sposa alla proposta della band. Come dicevamo, c’è stata un’ulteriore evoluzione, un ulteriore appesantimento dei riff, così, oltre all’impatto che può far venire alla mente gli Iced Earth e qualche passaggio che può esser ricondotto agli utlimi Symphony X, fanno capolino elementi à la Nevermore. Tutto questo ruota attorno a dei ritornelli estremamente melodici cui i Nightmare ci hanno da sempre abituato.

Dopo la breve intro e title track, “The Aftermath”, tocca a “Bringer Of A No Man’s Land” aprire le danze. La canzone è una vera mazzata, rappresenta al meglio quanto detto fin’ora: una strofa violentissima ed un ritornello estremamente melodico che entra in testa per non uscirne più. Il quintetto francese gira a mille mettendo in mostra delle ottime doti tecniche e compositive. Su tutti si staglia il singer Jo Amore con la sua voce che può esser paragonata all’immortale Ronnie James Dio ed a Jorn Lande. I Nightmare, quando decidono di picchiare duro, realizzano delle vere e proprie killer song, così oltre alla già citata “Bringer Of…” risulta impossibile resistere a “Necromancer” in cui, soprattutto dal punto di vista chitarristico, fanno capolino gli elementi à la Nevermore. Il connubio aggressività nella strofa – melodia nel ritornello, centra in pieno l’obiettivo. Così, anche “Ghost In The Mirror”, con il suo ritornello da brividi, e “Mission For God”, mettono in mostra il lato migliore, quello più ispirato, del quintetto di Grenoble. Convincono invece meno le canzoni con minor velocità e incentrate maggiormente su dei mid tempo. Le canzoni non sono brutte, anzi, presentano interessanti melodie e ritornelli coinvolgenti, ma manca quella freschezza compositiva presente invece nelle tracce citate precedentemente. Così se “The Bridge Is Burning” riesce a catturare l’ascoltatore, grazie soprattutto ad una prestazione superlativa di Jo Amore, e “Alone In The Distance” chiude il disco come meglio non si potrebbe, le altre tracce risultano uno scalino sotto. Ripeto, non brutte canzoni, anzi, ma da una band con le capacità tecniche e compositive possedute dai Nightmare è normale pretendere il massimo, sempre.

“The Aftermath” risulta un disco piacevole, composto e suonato da ottimi musicisti. Forse il capitolo più convincente scritto dal quintetto francese. Viene però messo in evidenza quello che, a detta di chi scrive, è da sempre il limite dei Nightmare, il non riuscir a dare continuità nell’arco della durata del disco. Canzoni che catturano da subito e riescono a colpire anche dopo ripetuti ascolti, si mescolano a canzoni che, pur essendo piacevoli, non riescono a fare altrettanto. Resta il fatto che “The Aftermath” è un acquisto a scatola chiusa per chi da sempre ama la band francese ed un certo tipo di heavy/power, per gli altri, almeno un ascolto vale la pena darlo, gli highlights del disco non lasceranno indifferenti.
Chiudiamo con una nota sulla prestazione vocale di Jo Amore, cantante mai troppo nominato, ma capace veramente di grandi cose grazie alla sua voce calda ed al suo stile estremamente teatrale.

Marco Donè
 

Sito Ufficiale: http://www.nightmare-metal.com
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