Recensione: The Anthology 84-94

Di Stefano Ricetti - 24 Agosto 2015 - 8:55
The Anthology 84-94
Band: Sacred Steel
Etichetta:
Genere: Heavy 
Anno: 2014
Nazione:
Scopri tutti i dettagli dell'album
63

Niente a che vedere con gli “altriSacred Steel, gli autori di The Anthology 84-94 sono di Chicago, prendono vita nel 1982 e per un paio di anni sconquassano i locali dell’Illinois con i loro concerti infuocati. Le cronache riportano un solo demo come testimonianza della loro presenza all’interno dell’empireo dell’HM, il resto si dissolve attraverso gli usuali outtake dal vivo e poco più. Oltre alle prove live la notorietà per i cinque metaller scaturisce dall’inclusione del loro pezzo Breakin you Down nella tracklist della compilation Chicago Metal Works Battalion II. Il 1984 decreta la fine della band che resusciterà dieci anni più tardi sotto il moniker Vampire.

L’idea di licenziare un Cd con radunato insieme tutto quanto realizzato delle due band tramite i servigi dell’etichetta britannica Blood and Iron Records scaturisce dal fatto di onorare al meglio la memoria del talentuoso cantante Danny Adwell, rendendo fruibili a tutti i brani che lo vedono protagonista dietro il microfono. Purtroppo il singer lasciò infatti questo mondo il 15 ottobre del 1996, a soli 36 anni,  per un problema al cuore. Non è dato sapere come mai si sia atteso sino al 2014 per realizzare il progetto ma tant’è.

Come spesso accade in operazioni di questo genere, ad accompagnare il disco è presente un sontuoso libretto, più specificatamente di sedici pagine con tutti i testi, molte foto delle due band e la storia delle stesse nel finale, oltre alla doverosa dedica a Danny nell’ultima.

Musicalmente, di significativo, vi sono solo le prime quattro tracce, risalenti al 1984, che inquadrano al meglio l’onda d’urto dei cinque yankee: Danny Adwell (voce), Dean Golding (chitarra), Tim Lake (chitarra), Nick Kondras (basso) e Gary Blackburn (batteria). Un poker di heavy fucking metal di stampo americano con i controfiocchi, debitore della grande lezione made in Usa proveniente da colossi quali i Riot nella loro accezione più massiccia uniti all’autorevolezza siderurgica dei Vicious Rumors. Daniel J. Adwell si dimostra davvero cantante di razza, versatile e dall’ugola perforante come l’HM proposto dai Sacred Steel impone: una disdetta constatare che abbia lasciato questa terra, dal momento in cui le premesse per divenire uno dei grandi interpreti dell’American Steel c’erano proprio tutte! 

Tornando alla tracklist, dalla canzone cinque in poi trattasi di testimonianze e pezzi ridondanti, valevoli per i soli die hard ultras della band, fra registrazioni raffazzonate alla bell’e meglio e rese sonore imbarazzanti che di certo non rendono onore alla reale carica agonistica dei Sacred Steel sulle assi di un palco e in uno studio vero. Sul finale, a moniker Vampire, compaiono quattro canzoni del ’94 ove i Nostri propongono, fuori tempo massimo, il loro lato hard rock a stelle e strisce manco fossero nella Los Angeles di dieci anni prima: roba già sentita milioni di volte, scopiazzata dai Motley Crue degli inizi e oggettivamente del tutto inutile. Nel mezzo scorrono senza lode un paio di cover: Heaven and Hell dei Black Sabbath e Helter Skelter dei The Beatles, il resto, come ampimente scritto poc’anzi, induce in fretta a tornare a premere il tasto “Play” nel momento in cui il display indica “Track 01” per poi rifare la stessa cosa nel momento in cui compare “Track 05”…

 

Stefano “Steven Rich” Ricetti

 

DANNY ADWELL

Danny Adwell

Ultimi album di Sacred Steel

Band: Sacred Steel
Genere:
Anno: 2004
73