Recensione: The Arts Of Destruction

Di Davide Nenna - 25 Luglio 2012 - 0:00
The Arts Of Destruction
Band: Desaster
Etichetta:
Genere:
Anno: 2012
Nazione:
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70

Sono attivi da oltre un ventennio i tedeschi Desaster, fieri esecutori di un Black/Thrash senza compromessi, ben bilanciato tra ritmiche old school e soluzioni di matrice scandinava. Questo settimo lavoro, il quarto per la Metal Blade, è il manifesto di una band in gran forma: dieci gemme di metallo nero ben suonate e ben prodotte, scandite dai lamenti di Sataniac, vocalist stilisticamente più orientato al death che al black (vicino a Johnny Hedlund degli Unleashed, per intenderci).

Dopo una breve intro si parte subito in quarta con la title track, brano che non sfigurerebbe nel repertorio di Satyricon o Immortal, in virtù di un blast beat ossessivo, spezzato solo da rallentamenti che ricordano i Bathory. Più tipicamente death è invece l’attacco di “Lacerate(With Rays Of Doom)”, pezzo che sembra evocare la scuola svedese degli anni’90, mentre con “The Splendour Of The Idols” i nostri scelgono un approccio doom prima di esplodere con la solita mazzata thrash (e stavolta sono evidenti i richiami alla triade Sodom/Kreator/Destruction, non a caso loro connazionali). Il main riff di “Phantom Funeral” sembra rubato agli Hypocrisy, ma presto lascia spazio a melodie dal sapore quasi NWOBHM; “Queen Of Sodomy” invece scorre via abbastanza anonima, ma è impreziosita da una accelerazione centrale da brividi e da un bell’assolo del chitarrista Infernal.

Schegge black si alternano a sapienti cavalcate in “At Hell’s Horizons”, mentre con “Troops Of Heathens, Graves Of Saints” i Nostri pagano l’inevitabile tributo agli Slayer con una song fotocopia (o quasi) della leggendaria “Black Magic”… Ennesimo cambio di registro con “Possessed And Defiled“, classica litania epic/black dall’incedere ipnotico, otto minuti che scorrono via senza annoiare; senza dubbio uno degli highlights del disco. Ancora echi slayeriani (e venomiani) nella cadenzata “Beyond Your Grace” prima dell’outro finale, strumentale di classe in cui i Desaster dimostrano di sapersi muovere con disinvoltura anche in territori più melodici e “ragionati”… Atmosfere degne dei migliori Dark Tranquillity!

In sostanza, “The Arts Of Destruction” è un lavoro convincente, frutto di dedizione sincera e coerenza teutonica, ancor più vario e ispirato del precedente “Satan’s Soldiers Syndicate” (titolo del millennio!).
Piatto ricco, quindi, per i nostalgici del metal più oscuro e retrò, estremo ma non troppo tecnico. Chi cerca modernità o innovazione, invece, può tranquillamente tenersi alla larga dai Desaster

Davide “Dave73” Nenna

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Tracklist:
1. …Of My Worship (intro)
2. The Art Of Destruction
3. Lacerate (With Rans Of Doom)
4. The Splendour Of The Idols
5. Phantom Funeral
6. Queens Sodomy
7. At Hell’s Horizon
8. Troops Of Heathens, Graves Of Saints
9. Possessed And Defiled
10. Beyond Your Grace
11. Outro

Line Up:
Infernal – Guitar
Sataniac – Vocals
Tormentor – Drums
Odin – Bass

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