Recensione: The Devil’s Call
Per capire chi veramente sia Pino Scotto bisogna andare a vederlo dal vivo. Il personaggio mediatico, quello che compare in televisione o fa le ospitate in radio è una forzatura di sé stesso, come esige il copione non scritto. Che poi a Pino piaccia tracimare nell’eccesso, pur di veicolare il proprio messaggio è altrettanto certo.
L’ulteriore prova di quanto sopra esposto si è palesata all’interno del B.Est Festival, una rassegna storica legata principalmente alla musica rock e affini che si svolge in quel di San Pietro Berbenno, in Valtellina, provincia di Sondrio.
Su quel palco Pino Scotto e la sua band, composta da Steve Volta alla chitarra, Gianantonio Felice al basso, Luca Mazzucconi alla batteria, ricopriva il ruolo di headliner.
Durante il concerto il gruppo, successivamente all’uscita del nuovo album The Devil’s Call, oggetto della recensione, ha potuto disvelare appieno il proprio amore per il blues. Non che Pino sino ad allora lo avesse trascurato, tutt’altro, la sua vita nasce dal blues, fondamentalmente, poi attecchito nel rock di Elvis Presley e da lì sempre più in su… Un percorso e una crescita assimilabile a quella di Lemmy, da sempre altro estimatore, come ampiamente dimostrato in diverse occasioni, nonostante l’onda d’urto heavy metal sprigionata dai suoi Motörhead. Una su tutte “Whorehouse Blues”, da Inferno, del 2004.
Un conto però è evocarlo in molti passaggi, come in passato, un conto è suonare blues per precisa scelta artistica. Ovviamente un blues che punta alle radici ma che non si fa mancare la scarica elettrica hard rock’n’roll con la quale da sempre Scotto convive.
La prima parte dello show poggia principalmente sui brani nuovi e l’intensità e il trasporto con i quali Pino e i suoi sodali li interpretano hanno del commovente. Il blues robusto che ammanta l’atmosfera della notte valtellinese è addirittura in grado di frenare l’usuale carica caustica di Pino dietro al microfono, in tema di proclami. Proclami che infatti giungono puntuali nella seconda tranche della performance, quella ove trovano spazio anche i pezzi di Vanadium e Fire Trails.
Tornando a The Devil’s Call, trattasi di un lavoro pubblicato sotto forma di Cd dalla Be Next Music e che è possibile acquistare nella sua forma fisica in Cd digipak solamente durante le numerose date del tour della band, per le quali va fatto riferimento a Pino Scotto Official. Una precisa scelta intrapresa per poter mantenere dei prezzi onesti, popolari, tagliando così fuori l’intera usuale filiera legata al prodotto.
Un ritorno alle origini dell’hard e dell’heavy metal in Italia, quando i dischi prima che nei negozi si potevano comprare direttamente dal gruppo, senza filtri di sorta.
The Devil’s Call si accopagna a un booklet di dodici pagine con tutti i testi e vari disegni a tema a firma Gianni Corrado/8460, autore anche delle copertina e consta di undici canzoni inedite che probabilmente, azzardo, Pino aveva nel cuore da anni e che finalmente hanno potuto trovare lo spazio e la condizione ideale per poter essere pubblicate.
La maggior parte di esse è vergata Scotto/Angarthal, a siglare un rientro del passato (Fire Trails) segnato dal sodalizio con il chitarrista Steve Angarthal, per l’appunto, per l’occasione anche al basso e più in generale in qualità di multistrumentista. Poi Sergio Ratti alla batteria, Paolo Bonfanti, Gennaro Porcelli, Maurizio “Gnola” Glielmo e Osvaldo Di Dio sempre alla chitarra in momenti diversi, Mauri Belluzzo al piano, Enzo Messina all’organo.
The Devil’s Call è il classico disco che si sposa appieno con luci soffuse, poltrona, gambe distese, testa reclinata e un buon Bourbon a portata di mano per potersi godere appieno la tracotanza di “Full Circle”, il pathos espresso dalla struggente “True Friend” e l’intensa “The Devils’ Call”, il manifesto dell’intero album, solo per citare tre episodi. Così come si dimostra compagno ideale per mentre si è alla guida, ovviamente su strade filanti, dove ci si può far trasportare dalla musica, non di certo mentre si è in coda a Masone, Borgo Panigale, Lecco o sulla Salerno-Reggio Calabria!
Un po’ ZZ Top, un po’ Allman Brothers, un po’ Lynyrd Skynyrd e tanto, tanto vissuto di Pino Scotto & Co. riversato in note.
Questo è The Devils’ Call.
Stefano “Steven Rich” Ricetti