Recensione: The Fallen Grace
«Falling… falling again Somebody wants you dead»
Forse ci siamo: gli Dei stanno cadendo, e una nuova generazione di Eroi sta occupando il loro posto nell’Olimpo del metal.
Il tempo scorre rapidamente, e la Natura impone che i vecchi lascino il comando ai giovani, che i malati si facciano da parte per i sani.
Queste sensazioni epico-essenziali, le ultime insite per definizione in ciascun essere vivente, assumono la forza per emergere quando si ascolta “The Fall”, opener del full-length “The Fallen Grace”, prima fatica discografica dei fiorentini The Archetype. Che questi siano fra gli epigoni della nuova stirpe degli Steppenwolf ai quali, forse, l’heavy metal deve l’origine etimologica (nella canzone “Born To Be Wild” del 1967 compare la frase “heavy metal thunder”, ripresa poi dai Saxon all’inizio della NWOBHM)?
Dissertazioni radicali a parte, è possibile che con quest’album ci si trovi a una forma notevolmente evoluta di metal, derivato dal death che, infatti, mostra in parecchie band una straordinaria progressione tecnica e artistica.
Death che diventa metal del terzo millennio. Sì, perché altrimenti non riuscirebbe a spiegare con la teoria l’invisibile stile del quintetto italiano, sospeso fra prog (“Parasites”), death (“Blinded By Sand”) e doom (“Twisted Visions “). Anche con la pratica non è così semplice inquadrare l’indefinibile pertanto, dovendo materialmente inserire il disco in una sezione, non si sbaglia di molto riferendosi al genere brutale per eccellenza, tenendo tuttavia presente che questa è una catalogazione semplificata.
Nonostante tale complessità nel tentare di afferrare cos’abbiano in testa Bruni e compagni, reiterando a lungo gli ascolti del platter si dipana, srotolandosi, il bandolo della matassa e lo stile deciso del gruppo emerge in tutta la sua personalità. Stile ancora acerbo e da smussare, ma comunque dai connotati già distinguibili. La sensazione di desolante disperazione che proviene dalla visione della copertina dell’album, infatti, è pienamente supportata dalla musica, dal mood malinconico e nostalgico (“Parasites”, “Ethereal”) come se, davvero, stesse per finire un’Epoca e ne iniziasse un’altra. Il buio che ammanta tutto l’artwork, infine, ne sembrerebbe la conferma.
Similmente, il groove è profondo e tormentato, anche nelle fasi più brutali e convulse (“Blinded By Sand”), con Rossi – a suo agio sia nel growl sia nel clean – a darsi un gran d’affare onde rendere concreto al meglio questi marcati aspetti umorali (non a caso è l’autore della veste grafica del CD).
Nel 2010 il metal italiano non è più secondo a nessuno per quanto riguarda preparazione tecnica dei musicisti e professionalità della produzione. A questa regola non sfugge, ovviamente, “The Fallen Grace”; impeccabile sotto ogni punto di vista, nel quale le linee vocali non affogano nella musica, coadiuvata dagli inserti delle tastiere di Marco Ribecai.
Fra le righe s’è già detto delle canzoni, anche se occorre rimarcare, per completezza, alcuni passaggi; come il chorus addolorato di “Parasites”, l’originale incipit arzigogolato di “Ghost” o la struggente e melodica “Memoria”, cantata in italiano.
Complessivamente, concludendo, l’opera si assesta su livelli più che discreti, risentendo, ancora, di un’immaturità compositiva a seguito della quale l’insieme non riesce decollare definitivamente, mancando la dovuta uniformità qualitativa fra le canzoni.
Trattandosi della prima uscita discografica dei Nostri, la situazione non potrà che migliorare dato atto che, piace affermarlo, la base c’è!
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Track-list:
1. The Fall 3:54
2. Parasites 5:34
3. Ghost 7:20
4. Ethereal 6:05
5. Blinded By Sand 5:45
6. Twisted Visions 11.44
7. Rise Again 6:59
8. Memoria 3:45
Line-up:
Giordano Bruni – Guitar
Gianluca Rossi – Vocals
Alessandro Italiani – Guitar
Niccolò Falciani – Bass
Marco Taiti – Drums