Recensione: The Oncoming Storm

Di Alessandro Di Clemente - 13 Settembre 2004 - 0:00
The Oncoming Storm
Band: Unearth
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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78

Dopo un paio di mini e l’ottimo “The Stings Of Coscience”, tornano gli Unearth con “The Oncoming Storm”, prodotto dall’ onnipresente Adam Dutkiewitz (chitarrista dei Killswitch Engage e noto “talent scout” della scena metalcore americana).
E proprio come i Killswitch Engage, gli Unearth partono da una base di swedish melodico frammista a metalcore americano.
Sembra che il metalcore stia vivendo un periodo fortunoso: molte bands raggiungono il contratto ed altrettante arrivano al secondo album (compresi gli Unearth), le labels prettamente metal si stanno aprendo al genere (Roadrunner, Metal Blade, Century Media, ecc…), mentre prima le uscite di questo tipo erano ad esclusivo appannaggio di labels punk/hardcore.
Come ogni moda, perchè di moda si tratta, anche questa scena ha portato bands di scarso valore a promuovere dischi di infima qualità, gruppi da cantina a sostenere tours mondiali e ad apparire sui maggiori magazines mondiali (chi ha detto gli Avenged Sevenfold?).
Questo non è il caso degli Unearth, che possiedono un notevole bagaglio tecnico ed un songwriting fresco ed emozionante.
Accomunabili ai più vecchi Caliban, Heaven Shall Burn e Killswitch Engage possiedono la stessa stima per il death melodico che plasmano e arricchiscono con trovate e stacchi attinti dall’ hardcore meno oltranzista.
Più in linea con i Killswitch Engage, gli Unearth si rifanno ai vecchi In Flames (quelli di Colony che, per chi scrive, è uno dei migliori albums di death scandinavo melodico di sempre).
A tal proposito è d’obbligo l’ascolto di “Zombie Autopilot”, con un incipit preso dai Maiden d’annata (con le doppie chitarre armonizzate in terza che viaggiano senza sosta).
Buona produzione, ottimi arrangiamenti, discreta originalità, questi sono gli ingredienti che fanno di “The Oncoming Storm” uno dei migliori albums deathcore di sempre.
Probabilmente il disco pecca di ridondanza, in alcuni frangenti, con bridges al limite del “power metal” (passatemi il termine) con le chitarre che sciorinano sweep picking come se piovesse (un po’ come fanno gli Arch Enemy) e forse pecca di originalità, quando i Nostri rifanno il verso ai più originali (perchè capostipiti) Killswitch Engage, per assurdo in alcuni momenti (causa anche la simile produzione) non si riesce a riconoscere le due bands (caso limite è la melodico/sofferta “Aries” che sembra provenire da quel capolavoro che risponde al nome di “Alive Or Just Breathing”).
Ma, discorsi da puntiglioso a parte, “The Oncoming Storm” risulta di piacevole ascolto, ben fatto, potente quanto basta e con la giusta misura delle parti (quella death e quella hardcore).
Sicuramente qualche gradino sotto rispetto a “The End Of Heartache” ma comunque una spanna sopra tante bands ree di possedere un songwriting meno articolato e avvincente (esemio lampante: Shadows Fall).

Tracklist:
1. The Great Dividers
2. Failure
3. This Lying World
4. Black Hearts Now Reign
5. Zombie Autopilot
6. Bloodlust Of The Human Condition
7. Lie To Purify
8. Endless
9. Aries
10. Predetermines Sky
11. False Idols
12. Black Hearts Now Reign (multimedia track)

 

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