Recensione: The Revolution Of Evolution
“The Revolution of Evolution” conferma Demetrio “Dimitry” Scopelliti come uno dei guitar hero più interessanti in ambito prog metal strumentale contemporaneo, capace di coniugare complessità e fruibilità senza scadere nell’esercizio di stile autoreferenziale.
Sesto album solista, il disco prosegue il percorso iniziato con “V”, puntando su un prog metal moderno che incrocia hard rock, suggestioni fusion e qualche ombra djent, tutto rigorosamente strumentale. La scelta di suonare tutti gli strumenti, con ospitata mirata di Jay Parmar su due brani, accentua la coerenza di visione ma comporta anche una certa uniformità di approccio ritmico e timbrico.
Brani come “UnderCurrent”, “Singularity” o “Your End My Beginning” mostrano un equilibrio consapevole tra riff pesanti, pattern ritmici complessi e linee soliste fortemente melodiche, spesso organizzate in strutture strofa-ritornello che rendono l’ascolto meno ostico anche ai non addetti ai lavori. Al contrario, episodi come “Endlines”, “Elan Vital” o “La Macchina di Kadavus” aggiungono atmosfere futuristiche, synth e una vena quasi cinematica che arricchisce il racconto sonoro, evitando la sensazione di lezione didadittica dilatata.
La chitarra è ovviamente al centro: tecnica sopra la media, fraseggi fluidi e controllati, uso sapiente di accordature estese che danno al tutto un respiro più groovy e moderno. Se da un lato la produzione mette bene in risalto le sfumature chitarristiche, dall’altro la batteria talvolta appare un po’ piatta e il livello di densità e complessità può risultare stancante per chi non è avvezzo al prog metal strumentale.
“The Revolution of Evolution” è un lavoro solido, coerente e molto curato, che parla direttamente al pubblico degli appassionati di chitarra e del prog moderno, offrendo songwriting e personalità oltre alla mera tecnica. Allo stesso tempo, qualche maggiore variazione nei suoni di batteria e un uso più coraggioso degli spazi avrebbero potuto renderlo ancora più dinamico e accogliente per l’ascoltatore meno specializzato.
