Recensione: The Sacred Test

Di - 18 Agosto 2008 - 0:00
The Sacred Test
Band: Seventh Seal
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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73

Giungono alfin al secondo album i toscani Seventh Seal, cinque anni dopo il debutto The Black Dragon’s Eyes, uscito per la Adrenaline Records. I Nostri approdano alla My Graveyeard Productions e sfornano sul mercato The Sacred Test, disco che sicuramente non passerà alla storia per via della copertina: buona l’idea ma troppo approssimativa la realizzazione, esattamente in linea con il retro, ulteriormente anonimo. Poco male, il combo tricolore ci pensa con la musica a scuotere le coscienze del pubblico defender. Dieci sono i brani racchiusi, tenendo conto anche della, per lo più strumentale, The Prisoner.

La caratteristica dei Seventh Seal risiede nel cantato, affidato a Chiara Luci, alle prese con partiture HM figlie del metallo degli anni Ottanta, in particolare nella title track, che vive di doppie voci ben articolate e di atmosfere Made in Usa. Lucifer’s Cry gronda di Nwobhm, sponda Iron Maiden; si rimane sempre in terra d’Albione nella successiva The End of the Day, dove i Nostri scomodano i Judas Priest per quanto attiene l’impianto ritmico e forniscono una prova convincente nelle strutture vocali, grazie anche alla partecipazione del singer dei Frozen Tears, Alessio Taiti. Da sottolineare la vena epica del brano e l’ottimo lavoro dietro le pelli di Mark Napolitano. A Fire of Destruction sottolinea ulteriormente il tiro eroico di The Sacred Test, grazie a un incedere marziale e pomposo, discendente diretto di campioni come Virgin Steele e primi Manowar. Grandioso il lavoro alla DeMaio fornito dal bassista Andrea Mati.

La ballad I’m Free conferma le doti di Chiara anche se avrebbe potuto essere un episodio molto più profondo se maggiormente curato, proprio per via del cantato femminile. I Seventh Seal calano di nuovo l’artiglieria pesante in The Seventh Seal, una mazzata di heavy metal Made in Germany dove le chitarre di Pasquale Bianco e Francesco Fanciullotti fanno sfracelli. Nell’occasione la vocalist ricorda in più di un’occasione Doro Pesch, soprattutto nelle tonalità alte. La maideniana A Wind From the West galoppa che è un piacere e si chiude con Holy Diver, la cover del celeberrimo brano di Ronnie James Dio Padovano, nell’occasione proposta molto vicina alla versione originale e quindi efficace come quando uscì nel 1983, urlo inedito di Chiara nel finale compreso.

The Sacred Test dei Seventh Seal conferma ulteriormente, se mai ce ne fosse bisogno, l’alto livello delle uscite targate My Graveyard in ambito Classic nonché l’ottima amalgama del gruppo proveniente dalla Toscana, oggi come negli anni Ottanta, regione accostabile a una fucina inesauribile di gustoso materiale per le fauci dei die hard fan dell’HM straight in your f***ing face.

Stefano “Steven Rich” Ricetti                  

Tracklist:
1. Intro
2. The Sacred Test
3. Lucifer’s Cry
4. The end of the day
5. The Fire of Destruction
6. I’m Free
7. The Seventh Seal
8. The Prisoner
9. A Wind from the West
10. Holy Diver – Bonus Track

Line-up:
Chiara Luci: vocal
Francesco Fanciullotti: guitar
Pasquale Bianco: guitar
Andrea Mati: bass
Mark Napolitano: drums

 

 

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