Recensione: Time and Space

Di Matteo Pedretti - 27 Aprile 2022 - 8:30
Time and Space
Band: The Crux
Etichetta: Indipendente
Genere: Stoner  Thrash 
Anno: 2022
Nazione:
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73

I The Crux sono una band dell’Irlanda del Nord formatasi nel 2009 sotto il moniker di Warcrux. Nello stesso anno rilasciano un self-titled EP a cui fa seguito un secondo mini-album intitolato “Circa 09-13”. Nel 2017 il combo muta il proprio nome in The Crux e, sotto con questa nuova identità, pubblica l’LP “Immersed Somewhere Divine”.

Il 22 aprile 2022 è la release date di “Time and Space”, il nuovo EP con cui i ragazzi di Belfast ci propinano il loro particolare ibrido di Stoner e Thrash Metal, un pattern decisamente poco percorso che, pur non facendo gridare alla novità assoluta, risulta nel suo insieme piuttosto fresco e piacevole.

“Time and Space” è composto da 4 tracce, per una durata complessiva di circa venti minuti. “Being” è un midtempo in cui prevale l’inclinazione Stoner Metal: la voce pulita, spesso melodica, fa il paio un riffing ruvido e diretto, semplice nell’impostazione, ma di sicuro impatto. La opener, assolutamente adatta per riscaldare l’animo e le orecchie dell’ascoltatore, rallenta nella sezione conclusiva, introducendo il mood del brano successivo. La title track, infatti, con il suo incedere lento, battagliero e – a tratti – epico fa l’occhiolino ai lavori di Candlemass e Sorcerer, ma con un sound decisamente più secco e senza rinunciare a vocalizzi growl nei passaggi più pesanti.

I due pezzi che seguono svelano il lato più aggressivo della proposta dei The Crux. Dopo una intro cadenzata che non sembrerebbe lasciar presagire discontinuità significative rispetto a quanto ascoltato finora, “Cornered” si lancia in un assalto Thrash veloce e immediato, con riffing (rigorosamente downtuned, come da scuola Stoner) e drumming serrati e voce costantemente in growl. Nella conclusiva “Your Misery Will Kill Us” registri melodici di stampo Heavy/Doom si alternano a momenti thrasheggianti pieni di groove che, senza voler scomodare nomi altisonanti, ma solo per rendere meglio l’idea, fanno pensare ai Pantera dell’ultimo periodo.

La produzione si limita a catturare il fragoroso suono dei nordirlandesi e a trasporlo fedelmente nelle casse dello stereo, senza l’aggiunta di lavorazioni particolari, ma con la cura e la precisione che garantiscono la professionalità del risultato finale.

“Time and Space” è un mini-album intenso e variegato che si distingue soprattutto per la naturalezza con cui riesce a fondere in modo organico generi tra loro piuttosto distanti come Stoner/Doom e Thrash in quelle che sono semplicemente delle belle canzoni. Non ascrivibile a una precisa nicchia stilistica, è decisamente consigliato a tutti i cultori del sottobosco underground al di là di quelle che possono essere le preferenze personali di ciascuno.

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