Recensione: Tributo A Los Reyes del Metal

Di LeatherKnight - 10 Dicembre 2002 - 0:00
Tributo A Los Reyes del Metal
Band: AA. VV.
Etichetta:
Genere:
Anno: 2002
Nazione:
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60

Sembrerà forse paradossale a qualcuno o del tutto inimmaginabile per altri, ma la scena Argentina è forse una delle più dinamiche del panorama mondiale dell’Heavy Metal. Ci sono veramente un sacco di gruppi che si danno da fare da quelle parti; alcuni sono molto bravi, altri un po’ meno ed altri ancora già divenuti storici (Rata Blanca su tutti). Nel 2002 alcune bands (di fama abbastanza eterogenea) hanno deciso di realizzare un doveroso tributo ai mostri sacri dell’Hard’n’Heavy.

Fatta la premessa di rito, posso senza ulteriori indugio a rimarcare l’aspetto più sconvolgente di questa compilation: tutte le bands qui coinvolte hanno fatto uno strappo alla regola ed hanno registrato le covers cantando in inglese. Nello stesso modo in cui comprendiamo questa scelta, non possiamo che rimanere egualmente basiti nell’udire risuonare l’idioma anglosassone piuttosto che il loro articolato Castigliano.
Immagino che dietro questa scelta ci siano state numerose ponderazioni e discussioni, quindi, al di là di tutto, prendiamo la cosa come viene e non aggiungiamo commenti perché non spetta a noi, fans del Metal LatinoAmericano, sentenziare su scelte che vanno al di là del contesto musicale.

In linea più generale possiamo innanzi tutto dire che il tributo parte bene, offrendo una buona scaletta che comprende, per fortuna, anche nomi non comunemente annoverati nei soliti tribute-albums: il leggendario gruppo spagnolo Baron Rojo, i Survivor ed i maestri del rock cristiano Stryper.

Anche la gamma dei gruppi tributanti è alquanto vasta, comprendendo bands già affermate con albums alle spalle (Humanimal, Jezabel, Renacer, Boanerges, Jason, Templo, ecc..) e formazioni che sono fin’ora risucite ad esprimersi solo in campo underground (Atake del Dragon, Alegory, ecc..).

Magari questo gesto era votato alla promozione del metallo argentino all’estero, esprimendosi con il linguaggio internazionale delle grandi bands. Bel gesto e bella mossa, ma la qualità purtroppo non brilla tanto quanto l’idea di fondo.
Le covers, a parte qualche sporadico caso, non equivalgono quasi mai le versioni originali. Anche in questa occasione, inevitabilmente di sostanzioso c’è poco; non bastano la passione, l’impegno, le riletture personali (alcune volte meramente semplciistiche però) di arrangiamenti ed assoli ormai storici, inserimenti di tastiere qua e là per rednere credibile una interpretazione di cavalli di battaglia di vere divinità dell’Hard n Heavy.
“Die Young” fatta dai Gerion è tra i brani più carini indubbiamente, così come “Rising Force” dei Sinergia è quantomeno apprezabile per lo sforzo. Cadono nel pozzo “Painkiller” (ragazzi, comunque un applauso gli Alegory se lo meritano perché ce l’hanno messa tutta), “Whole Lotta Roses” degli Abrasadera (c’è poco ce fila liscio in questo brano), “Crazy Train” rielaborata in maniera anonima dai tren Loco e “Wasted Years” dei Templo (rifatta meglio da altri al di là di tutto; non parliamo dell’originale).

Sulla sufficienza il resto (anche se “I Want Out” la salviamo solo perché sono i Jezebel), mantenendo a mente che non registriamo nulla di eccezionale. Certo fa piacere vedere gruppi ancora non affermati sul piano discografico sappiano trovare il modo di esprimersi in un contesto del genere, ma sincermente, a meno che non siate Metaleros di razza, alal fine dell’ascolto totale del disco rimarrebbe poco o niente del tutto.

L’acqusito è consigliato solo agli estimatori della scena argentina insomma. Agli altri dico che sarebbe inutile affannarsi per cercare questo tribute-album. Si tratta di gruppi non famosi in Europa e la qualità media delle covers è sulla riga della sufficienza rosicata. Se volete supportare la scena della “Seconda Italia” (oltre il 50% del popolo Argentino ha origini italiane) datevi da fare per acquistare i cds registrati e stampati lì.
Inutile ricordare invece che se vi piacciono le covers, c’è una caterva di tribute-albums che esce periodicamente e che accontenterà anche i gusti più eclettici.

Comunque sia, la scena Argentina ha dato un’ennesima prova di professionalità e coesione. Non si può chiedere di più!

Leopoldo “LeatherKnight” Puzielli

1) Black Sabbath (Die Young) – Gerion
2) Helloween (I want out) – Jezebel
3) Angra (Nothing to Say) – Humanimal
4) Whitesnake (Looking for Love) – Jason
5) Symphony X (Sea of Lies) – Atake del Dragon
6) Deep Purple (Pictures of Home) – Quemar
7) Ozzy Osbourne (Crazy Train) – Tren Loco
8) Yngwie Malmsteen (Rising Force) – Sinergia
9) Kiss (Reason to Live) – Somino
10) Iron Maiden (Wasted Years) – Templo
11) Baron Rojo (Tierra de nadie) – Renacer
12) Stryper (Soldier under command) – Boanerges
13) Judas Priest (Painkiller) – Alegory
14) Led Zeppelin (Inmigrant Song) – Zechariah
15) AC/DC (Whole Lotta roses) – Abrasadera
16) Survivor (Burning Heart) – Helker *

* bonus track

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