Recensione: Unconditioned

Di Fabio Vellata - 15 Settembre 2008 - 0:00
Unconditioned
Band: Pavic
Etichetta:
Genere:
Anno: 2008
Nazione:
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78


Quando il talento sposa la tenacia e le doti tecniche si mettono in combutta con la capacità di evolversi, i buoni risultati sono indubbiamente destinati a manifestarsi.

È la storia del chitarrista italo-serbo Marko Pavic e del suo omonimo progetto hard rock, nato un paio d’anni fa e già accolto su queste pagine in occasione del discreto debut album “Taste Some Liberty” , disco che aveva destato impressioni più che positive ma che, a dirla tutta, non lasciava presagire possibilità di sviluppo tanto interessanti e qualitativamente elevate.
Gli esordi, infatti, ci accompagnavano in territori devoti al rock di scuola settantiana più ortodosso ed “integralista”, vicino, come avevamo avuto modo di sottolineare, agli stilemi cari alle muse tradizionali del genere – i sempreverdi Rainbow, Deep Purple e Whitesnake – anime e fulcro di un platter che aveva dalla sua freschezza e spontaneità, trascurando tuttavia in parte, il lato più prettamente “personale” della proposta.

Sorpresa e meraviglia, il nuovo nato “Unconditioned” rivoluziona invece in modo drastico ed ammirevole la direzione originaria, grazie ad un songwriting questa volta ricco di spunti ed idee affascinanti, capaci di catapultare i Pavic in un’ottica del tutto rinnovata, descrivibile come un riuscito ibrido tra l’hard rock degli esordi mescolato a sensazioni prog, a cui va ad aggiungersi un leggero retrogusto fusion, ottimo al fine di implementare le atmosfere pregne di fascino e scorrevolezza ascoltate nei vari episodi.
Davvero brillanti e ben strutturate, canzoni come l’ottima tripletta iniziale composta dalla solida “Miracle Man”, dalla deliziosa ed elegantissima “Trapped” e dalla accattivante “Just Go On” (Kee Marcello ospite di lusso), non tardano ad impadronirsi della scena nel breve volgere di un paio di passaggi, consentendo d’apprezzare l’ottimo guitar work del sempre più bravo Marko e l’eccellente interpretazione di Chris Catena, nuovamente coinvolto nel progetto come già all’esordio, ed ancora una volta autore di una prova convincente, a piena conferma dell’alto livello raggiunto dal singer italico, ormai entrato a pieno diritto nella cerchia dei “numeri uno” di settore.

Colpisce nel segno anche la produzione, decisamente potente e “moderna”, indicatissima per garantire pieno risalto all’esuberanza del riffing corposo piazzato in bella mostra su tracce, tutte grinta e melodia, come “Ghost In A Trash Machine”, “Creep”, e “Ride n’Run”, esempi di hard evoluto e “progheggiante” che un po’ può ricordare nei suoni, certi Fates Warning ed i Conception di “Flow” (per chi ne ha memoria), pur rimanendo in ogni caso, ben ancorato al classico e rassicurante universo rock.
Di assoluta raffinatezza inoltre, la componente melodica presente nelle ricercate soluzioni di brani come “This World”, “True Sincerity” ed “Unconditioned Love”, in cui la peculiarità heavy non latita affatto, supportata però da un’ottima scelta per gli arrangiamenti ed arricchita da una effettistica di sottofondo alquanto funzionale e ben amalgamata.

La tradizione e le radici da cui i Pavic provengono, sono infine omaggiate con grande reverenza nelle battute finali dell’album, riservate al veloce e gustosissimo hard rock di “Hidden Sorrow” ed alla soffusa “Your Love Is Shining”, canzoni che, confermando un mixing sfolgorante unito ad una capacità di variare umore a tratti genialoide (veramente riuscita in tal senso, la testè citata “Hidden Sorrow”), chiudono con stile un disco che al sottoscritto è apparso, in una definizione brevissima, sorprendente e di grande valore artistico.

Passi da gigante dunque per Marko Pavic e la sua creatura, capace di sfornare, con “Unconditoned”, un brillante e convincente esempio di hard rock moderno ed evoluto, figlio diretto della tradizione settantiana, ma, in ugual misura, fresco e carico di soluzioni di grande lungimiranza.
Fascinoso e coinvolgente, questo secondo album della band capitolina potrebbe rivelarsi una gradita sorpresa per molti “astanti”, equamente suddivisi tra appassionati di rock ed amanti del prog a cui, in tutta sincerità, è consigliato almeno un ascolto approfondito.

Bravi ragazzi, avanti così…

Intervista a Marko Pavic

Tracklist:

01. Miracle Man
02. Trapped
03. Just Go On
04. Ghost In A Trash Machine
05. Creep
06. Fallin’ For Love
07. This World
08. Unconditioned Love
09. Ride N’ Run
10. True Sincerity
11. Hideen Sorrow
12. Your Love Is Shining
13. Bonus Multimedia track: Just Go On Video

Line Up:

Marko Pavic – Chitarra
Chris Catena – Voce
Alex Ferrara – Basso
Lorenzo Antonelli – Tastiere
Marco Madonna – Batteria
 

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