Recensione: Undo the Chains

Di Andrea Bacigalupo - 23 Settembre 2021 - 0:00

Prendete la malvagità dei Venom, la furia dei primi Metallica, la potenza dei Judas Priest e la strafottenza dei Motorhead, rovesciatele in un calderone infernale pieno di pece e portate il tutto ad ebollizione agitando e non mescolando ed a fiamma molto viva. Quello che otterrete sono i Wraith dell’Indiana, Thrash Metal band che sostituisce la scarsa originalità del nome (tra vecchie e nuove se ne contano almeno sette) con una forza diabolica fuori misura.

La band, nata nel 2016, giunge oggi al suo terzo album: ‘Undo the Chains’, disponibile dal 24 settembre 2021 via Redefining Darkness Records.

Questa è la prima novità, nel senso che gli album precedenti erano stati autoprodotti.

La seconda novità è … basta così! ‘Undo the Chains’ è sulla stessa scia del precedente ‘Absolute Power’, del 2019, e conferma che l’attitudine della band è quella di suonare Thrash Metal puro, immediato e ‘semplice’, sparandolo nelle orecchie a raffica in modo istintivo, senza starci troppo a pensare e senza minimamente provare a fare dell’altro.

Un genere primitivo e diretto, grezzo e maligno nei suoni ma non superficiale nella sostanza, che era entrato violentemente nei cuori dei metallari nei primi anni ’80 con l’appellativo di ‘Speed’, a sottolinearne la velocità, ed ora in pieno ritorno, non per crisi nostalgica, ma per continuare a raccontare con prepotenza la sua storia.

Un Thrash d’annata dunque, o forse è meglio dire dannato, che prende ispirazione a piene mani dai demoni di cui sopra producendo una cascata rovente ed inarrestabile di note, fatta di riff e di linee talmente essenziali e crude che, alla fine, però, molti brani finiscono per assomigliarsi.

E’ questo un po’ il limite di questo album, fatto di dodici pezzi veloci e di breve minutaggio che sono strutturati come mille altri che abbiamo già sentito. La novità non è certo la sua caratteristica principale, ma se non è questa che cercate, se  volete passare una mezz’ora spensierata, sbattendo la testa seguendo ritmi frenetici e malvagi e vedendo spuntare delle corna dalla testa guardando la vostra ombra espandersi sul muro, allora ‘Undo the Chains’ è l’album che fa per voi.

Anche perché, songwriting limitato o meno, i Wraith tirano da bestie, con una sezione ritmica compatta che sa unire bene la forza del Metal con la prepotenza Hardcore, una voce che ricorda sia Cronos che quel diavolo di Peter Hobbs (con alcuni momenti dell’album che ricordano molto il primo esordio dell’artista australiano e della sua band, gli Hobbs’ Angels of Death) e dei begli assoli concreti, che colpiscono senza perdersi in voli pindarici con estremo protagonismo.

In poche parole, ‘Undo The Chains’ non sarà un capolavoro ma è un bel disco e merita di essere ascoltato ed anche di far parte delle nostre discografie. Bravi Wraith, continueremo a seguirvi.

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