Recensione: Unearthed Vol.1

Di Mauro Gelsomini - 9 Giugno 2004 - 0:00
Unearthed Vol.1
Band: Y & T
Etichetta:
Genere:
Anno: 2004
Nazione:
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77

E’ tempo di compilation per Dave Meniketti e Co., ma non si tratta della quarta “greatest hits”, bensì di una raccolta di ben diciassette inediti, composti principalmente durante le session di “Contagious”, “Ten” e “Black Tiger”, e coprenti l’intero periodo 1974-2003, per festeggiare il trentennale della fondazione.

La lineup riunita per l’occasione è quella originale, con l’eccezione di Joey Alves alla chitarra, sostituito da John Nymann, fin dagli anni ’80 in casa Y&T come compositore e corista.

Tra i pochi fedelissimi al verbo dell’hard rock, incapaci di contaminazioni grunge/alternative che decretarono la morte artistica di diverse band nei 90s, gli Y&T oggi sono ancora capaci di suonare con grande energia e aggiungere l’acquisita maturità alla sfrontatezza e l’impulsività degli inizi. Ciò che scaturisce è la registrazione di questi brani che potrebbero tranquillamente far parte di un nuovo album targato Y&T e lasciare indietro molte nuove uscite. Infatti, pur trattandosi di demo e outsider degli LP sopra menzionati (e, a detta del sottoscritto, tra i “meno belli” della band di San Francisco), fanno onore alla storia di questa grandissima band.

L’inizio al fulmicotone con tre pezzi davvero killer – “Shout It Ou”, “Wild If I Wanna” e “Standing In The Fire” – rompe gli indugi, e varrebbe da solo l’acquisto del disco. Dannatamente roady, la musica di Meniketti può ricordare a tratti l’arena rock degli Stryper, in fatto di coinvolgimento, nonché, con “Dirty Love”, decisamente “Musically Incorrect”, gli anni d’oro di quando il rock era davvero trasgressione, e gli Yesterday & Today, al pari degli W.A.S.P., erano tra le band più scelte come supporting act di Motley Crue, AC/DC e Ozzy Osbourne.

Le parentesi slow (le power ballad “In The Name Of Love” e “Love Gone Wrong”) e sperimentali (“Play By Play”, jazz/blues) contribuiscono a limare il livello compositivo stratosferico delle prime song, mantenuto alto dalla qualità degli altri pezzi, tutti rigorosamente ruvidi anche in fatto di suoni, in linea con l’attitudine rock’n’roll tutto sudore ed energia. E’ così che brani come “16 Tons”, “I Make Believe” (una delle mie preferite), “Fast Track”, “Short Arms”, “Driver”, “Give Me Rock”, “Shake Down” o “Trigger Happy” non hanno bisogno di troppe parole per essere inquadrate, trattandosi in ogni caso di live-hit che troverebbero posto in una scaletta senza sfigurare accanto ai brani più conosciuti della band. Interessante anche “Hard Times”, rivisitazione dell’omonimo brano presente su “Ten”. Menzione particolare da parte del sottoscritto va a “Rockazoid Rollaroid”, scherzo rock anni ’70 à la Rush nel quale si alternano dietro il microfono Meniketti, Phil Kennemore (basso) e Leonard Haze (batteria).

Sembrerebbe che ci siano un centinaio di pezzi come questi, rimasti fuori dalle tracklist definitive dei vecchi album degli Y&T, ed anche il titolo della raccolta lascia ben sperare per una sua “gemella” nel prossimo futuro.

Track List:

  1. Shout It Out
  2. Wild If I Wanna
  3. Standing In The Fire
  4. In The Name Of Love
  5. Dirty Love
  6. Play By Play
  7. Short Arms
  8. Fast Track
  9. Love Gone Wrong
  10. 16 Tons
  11. I Make Believe
  12. Hard Times
  13. Driver
  14. Give Me Rock
  15. Shake Down
  16. Trigger Happy
  17. Rockazoid Rollaroid

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