Recensione: War Brigade

Di Marco Giono - 20 Marzo 2016 - 0:15
War Brigade
Etichetta:
Genere: Power 
Anno: 2016
Nazione:
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60

Anitre Bomb

Sa le anitre che stanno in quello stagno vicino a Cen­tral Park South? Quel laghetto? Mi saprebbe dire per caso dove vanno le anitre quando il lago gela? Lo sa, per caso? Mi chiedevo invece con medesimo fare indagatorio per quale motivo oscuro Tom Jones apparisse su un album dei Mystic Prophecy anche solo sotto forma di cover e in versione bonus. Lo sa per caso? Una qualche circolare di un sotto-comitato per l’integrazione della fratellanza poppettara e quella metallara?

Nelle profondità del laghetto ghiacciato

Probabilmente è meglio lasciare riposare la risposta sul fondo di quel laghetto ghiacciato, in realtà ora si tratta scovare anitre… o meglio di censire il nuovo album intitolato “War Brigade” dei Mystic Prophecy. Il gruppo tedesco riappare con il loro nuovo disco dopo tre anni di gestazione dall’ottavo disco intitolato “Killhammer”. Se vi aspettate l’ennesimo album quadrato, di heavy/power metal quadrato con melodie un po’ arrotondate non sarete delusi. La profezia mistica si gioca da subito la carta del brano headbanging con “Follow the Blind” che si dipana tra rime baciate e un coretto solennemente appiccicoso. Eppure non è male, faccio il recensore sostenuto e navigato, ma la testa sbatacchia un po’. Segue il singolo, quello del video immancabile, che non è altro se non la title-track: una sorta di cantico cadenzato metal da innalzare con i compagni metallari in una sorta di eterna merenda alcolica. We are the fire and the flames. We are the metal brigades. Si avanza marciando a spesso spedito nei ritmi serrati della riffeggiante e granitica “Burning Out” per poi tornare a inneggiare nella formaggiosa “Crucifix” che si crea gli spazi con un buona melodia per poi incartarsi in qualcosa di troppo facile o comunque di già sentito. Da qui in avanti straccio la track-list e mi muovo anarchico. Fa capolino in tempi rallentati “10.000 miles aways” dove la voce di Liapakis ha echi blues che si esaltano in una melodia lotana parente di un hard rock melodico alla Ten. Un esperimento che trovo riuscito, pur non evidenziando spunti particolarmente originali o di accentuata personalità. Un’ottima giornata per morire? Con calma, prima riflettiamoci su. La settima traccia “Good Day To Die” vedi i Mystic Prophecy accampati alla Termopili a difendersi dai gli invasori persiani. E funziona? Au Au Au! 

sEx BOMB of Steeeele!!!?#@!

Non ho ben capito. Allora guardo il video su Youtube, quello ufficiale di Tom Jones. Lui si muove sciolto e sulfureo mentre su un piano distinto danzano delle signorine disinibite nei pressi di un ragazzo seduto e incuffiato. Tom giovane che ascolta la musica di quello attempato in un destino multi verso e illeggibile? Forse no. La cover dei Mystic Prophecy? Non vuole farti danzare (questo è un pregio mi sa), non sono certo che sia del tutto ironica, nemmeno cupa, non del tutto, forse gli andava e basta. Basta appunto.

La Profezia Mistica [final cut]

E’ un buon album, ma…
lo è solo in alcuni brani, ma…
anche in quelli ha pochi spunti originali e 
sono certo che dal vivo farà bene, ma..
non basta. Appunto.

Per fans mistici e ascoltatori power di passaggio… Sapete mica le anitre…

“…Pensai che forse non ce n’erano, come niente dormivano o che so io vicino all’orlo dell’acqua, vicino all’erba e compagnia bella. Fu così che per poco non ci cascavo dentro. Ma non ne trovai neanche una” Il Giovane Holden di J.D.Salinger.

 

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